Franco Cosentino
Alla scoperta di Lanzarote
Anno Domini 1312: Lanzarotto, navigatore genovese oltrepassa le Colonne d’Ercole e scopre le isole che oggi portano il suo nome
Gli ingredienti per creare una trama avventurosa con la vita di Lanzarotto Malocello ci sono tutti: un nome epico, origini misteriose, nessun ritratto ed una importantissima quanto dimenticata scoperta geografica.
In questo 2012 infatti si celebra in sordina la scoperta dell’isola di Lanzarote e delle Canarie avvenuta nel 1312 da parte del navigatore ligure Lanzarotto Malocello.
Le notizie sulla vita del comandante sono frammentarie e in alcuni casi, discordanti.
Alcune fonti francesi ci raccontano che intorno all’anno mille alcuni vichinghi già stabilitisi in Normandia decisero di scendere in Italia al soldo dei Longobardi per creare il regno di Aversa; al rientro alcuni membri della famiglia Moilisel decisero di fermarsi in Liguria italianizzando il cognome in Malocello.
L’origine del cognome risale al latino Malus Augellum perché sempre secondo queste fonti sugli scudi di questi guerrieri veniva rappresentato un orrendo gufo per impaurire gli avversari.
Il gufo deve poi esser diventato una civetta anch’essa simbolo della notte e di cattivo augurio nella zona di Celle ligure (si noti l’assonanza di Celle e Malocello) località che decide di mettere proprio la civetta nello stemma della città. Qui si hanno i primi riscontri della discendenza italiana della famiglia. Curiosamente però del nostro Lanzarotto non ci sono tracce se non dopo la scoperta dell’Isola; in base a questa constatazione si è pensato che il marinaio appartenesse ad un ramo cadetto della famiglia e che abbia cercato fama, gloria e fortune economiche da questa impresa. Certo il ramo principale della famiglia deve aver aiutato questo giovane nell’armare le navi per il viaggio.
Alcuni storici danno il comandante, nativo di Varazze, appena 4 chilometri da Celle; Varazze all’epoca era l’arsenale di Genova, il luogo dove venivano costruite le navi della flotta genovese.
E quindi non appare improbabile che la ricca famiglia che si stava trasferendo a Genova (sono sempre le fonti a raccontarcelo) venden