Cecilia Marzotti*

Terra di Siena

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Una città dai mille volti: l’arte, il Palio e le contrade ma anche i contraccolpi della crisi e le zone “sensibili”. E il senso civico che ancora prevale

Siena, una città conosciuta in Italia e nel mondo per le sue opere d’arte, per il Palio e per tradizioni secolari che hanno retto al tempo. Un agglomerato urbano diviso in 17 piccoli Comuni – leggasi le Contrade – dove tutti, più o meno si conoscono. Ma questo non aiuta più come accadeva una volta. Siena, infatti, non è esente dalle problematiche che stanno mettendo a dura prova il nostro Paese e le mura medievali che la circondano, non la proteggono più da una crisi che sta sconvolgendo il mondo. I freddi venti che fino a ieri sembravano lontani si stanno velocemente avvicinando e creano disagio, difficoltà, problemi e affanni. Il senese si ritrova parte di una realtà pesante e piena di incognite. Lo sanno gli anziani che spesso faticano ad arrivare in fondo al mese e lo sanno i giovani che non trovano un lavoro. Lo sanno gli operai delle poche aziende che incidono nella provincia, molti dei quali sono in cassa integrazione. Lo sanno gli artigiani e i commercianti che ogni giorno si affannano in un mercato che sta implodendo. E ne sa qualcosa anche la polizia che ogni giorno è chiamata a garantire sicurezza in una Siena fino a ieri ricca e oggi in lenta regressione. E così troviamo il padre di famiglia che ha perso il lavoro e ruba per sfamare i suoi bambini.
Un arretramento c’è stato e su questo non c’è alcun dubbio. Il timore di tutti è che le problematiche si sentiranno ancora di più in un prossimo futuro. Perché momenti di difficoltà li sta vivendo anche la più antica istituzione senese, il Montepaschi (Monte dei Paschi di Siena), prima banca ad essere fondata nel mondo (1472), ben 20 anni prima della scoperta dell’America. Una realtà radicata nel territorio e proprio in questi giorni è in discussione il piano industriale che prevede 4.600 esuberi e 400 sportelli in meno. Un momento difficile in generale, confermato dallo stesso questore di Siena Giancarlo Benedetti che da due anni e mezzo coordina i suoi uomini. Molti di loro sono qua ormai da vecchia data e questo è una ricchezza perché conoscono tutti. Sono una memoria storica e sanno rapportarsi al meglio con i cittadini.
La polizia in questo fazzoletto di terra toscano ha una funzione preziosa. E poi parliamo chiaro in quale altra città non solo d’Italia, ma del mondo c’è una realtà come quella delle Contrade? Nessuna di loro vede la polizia come una truppa di occupazione. Certo anche gli uomini in divisa ci mettono del loro perché l’ottimo rapporto vada avanti nel tempo. Un esempio per tutti. Spesso alla questura arrivano i dirigenti delle Contrade per far presente alcune storture che loro stessi hanno toccato con mano e sollecitano la presenza delle pattuglie. Tutto questo accade perché amano

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01/09/2012