Annalisa Bucchieri
Sicurezza con il cuore
Sono passati appena 18 minuti dalla nuova forte scossa del 29 maggio che ha colpito l’Emilia e arriva una telefonata all’Ufficio sanitario dell’VIII Reparto mobile di Firenze. È Pia Roveri, la farmacista di Poggio Rusco, in provincia di Mantova, che da anni si prende cura di tante famiglie di poliziotti. Chiede aiuto: da sola non ce la farà mai ad assistere i suoi concittadini già provati dai dieci giorni precedenti. Le prime notizie del disastro di Mirandola, dei tanti morti, aumentano la disperazione della sua gente. Lei teme soprattutto che le persone disabili, rimangano isolate.
Non c’è tempo da perdere: il comandante dell’VIII Reparto mobile, Nicola Regna e Antonio Santorsa, dirigente del Coordinamento sanitario Toscana-Umbria-Marche organizzano immediatamente l’invio del personale sanitario del Reparto nelle zone terremotate. In soli trenta minuti un’ambulanza superattrezzata e dotata di defibrillatore parte da Firenze alla volta della questura di Modena dove stanno convergendo altre quattro autoambulanze della Polizia di Stato (una dell’Ufficio sanitario di Varese, una della Scuola Polgai di Brescia, una dalla questura di Milano, una dal Capsd di Cesena) con infermieri a bordo, inviate da Roberto Tigli, dirigente del Coordinamento sanitario Lombardia-Emilia Romagna. Sarà Eugenio di Ninno, dell’ufficio sanitario della questura di Modena, contattato subito dopo la violenta ondata sismica dalla Protezione civile per lo sgombero dell’ospedale di Carpi, a coordinare le cinque ambulanze rapportandosi costantemente con la Direzione centrale di sanità. Alle 18,00 l’autocolonna della polizia è già operativa nelle zone dell’epicentro che hanno visto i maggiori danni: Novi di Modena e San Possidonio. Ci sono 46 pazienti, di cui più della metà “diversamente abili“ e non autosufficienti con i relativi accompagnatori, da trasferire dagli edifici a rischio crollo e dai campi allestiti a strutture sicure ed idonee alla loro assistenza. È un intervento che richiederà ore di lavoro, ma gli operatori della polizia percorreranno ininterrottamente le strade del modenese e del parmense dalle 18,00 fino alle 7.00 del mattino seguente per portare al sicuro il più presto possibile chi è impossibilitato fisicamente a sfuggire al terremoto.
Crediamo che questa storia sia il modo più autentico per dire alla gente colpita dal sisma che le loro richieste d’aiuto avranno sempre risposta dalla Polizia di Stato e al tempo stesso per riconoscere l’impegno dei medici e del personale sanitario in divisa che proprio questo mese compie 50 anni dalla sua istituzione, come ci ricorda il direttore centrale di Sanità Giovanni Cuomo in un articolo all’interno della rivista. È una storia tra le tante (che forse non si sapranno mai) che vedono i poliziotti dei reparti mobili e dei reparti prevenzione crimine, arrivati in Emilia fin dal 20 maggio scorso, a soccorrere e proteggere la popolazione colpita dal terremoto.
Ci sono momenti in cui la parola sicurezza assume un senso più ampio. Oltre i compiti istituzionali sanciti e decretati ufficialmente. L’Emilia ha chiamato in causa un significato superiore della sicurezza. Una sicurezza che parte dal cuore.