a cura della Direzione centrale per i servizi antidroga
La nuova geografia della droga
Il contrasto al traffico degli stupefacenti
Premessa
Il traffico illecito di sostanze stupefacenti, interno ed internazionale, è un fenomeno criminale che continua a presentare profili particolarmente allarmanti malgrado gli sforzi profusi e i significativi risultati raggiunti negli ultimi anni dalle forze di polizia nelle attività di contrasto e di prevenzione.
Il problema droga, nel suo continuo evolversi, ha mostrato, negli ultimi tempi, novità dai risvolti preoccupanti: la comparsa sul territorio nazionale degli “smart shop”, l’utilizzo della rete internet per la commercializzazione di sostanze psicoattive, la diffusione delle cosiddette droghe etniche nelle comunità di immigrati.
Si aggiunge a ciò il crescente consumo di droghe sintetiche, particolarmente diffuse nelle fasce giovanili della popolazione, insidiosa in virtù della favorevole combinazione di due fattori: il prezzo, tenuto basso dalle enormi quantità prodotte nei mercati nordeuropei, e la pericolosa ed infondata convinzione sulla loro ridotta dannosità per la salute.
A fianco di queste nuove minacce, il business del narcotraffico continua a proliferare grazie alla cocaina ed ai derivati della cannabis destinati al territorio nazionale, malgrado infatti la crisi economica e finanziaria mondiale, i Paesi europei, e l’Italia fra questi, sembrano essere divenuti per i narcotrafficanti un mercato ancora più appetibile e redditizio di quello nordamericano, con approccio facilitato dal ruolo strategico assunto negli ultimi anni dall’Africa occidentale, deposito ideale per occultare la cocaina destinata all’Europa.
1. Organismi preposti al contrasto
La Direzione centrale per i servizi antidroga, organismo interforze del Dipartimento della pubblica sicurezza che ha il compito di armonizzare le attività delle forze di polizia per il contrasto al traffico di stupefacenti, ha ribadito di recente il proprio ruolo di coordinamento operativo, attraverso diverse iniziative:
specifica attività di intelligence sviluppata per un migliore orientamento delle indagini svolte dai reparti territoriali, con un dettagliato screening sull’analisi delle rotte e sulle organizzazioni criminali;
attività addestrativa a favore del personale delle forze di polizia sia italiane che straniere;
scambio di informazioni con gli uffici antidroga, omologhe agenzie estere, e con gli esperti della Direzione operanti, secondo una mappa che si adegua nel tempo, nei principali Paesi di produzione e transito degli stupefacenti, nella convinzione che il narcotraffico si combatte meglio con una proiezione internazionale.
La rete capillare di ufficiali di collegamento ed esperti all’estero del Dipartimento della pubblica sicurezza costituisce uno strumento fondamentale nella lotta al narcotraffico ed alle varie forme di criminalità, in particolare quella organizzata a livello internazionale.
L’ esperto per la sicurezza della Dcsa, in base a quanto previsto dal dpr 5 gennaio 1967, n. 18:
è inserito nella cancelleria della rappresentanza diplomatica o dell’ufficio consolare di destinazione;
gode dello status diplomatico;
è alle dipendenze funzionali del capo missione;
svolge attività di studio, osservazione, consulenza ed informazione in vista della promozione della cooperazione contro il traffico della droga e gli altri fenomeni legati al crimine organizzato;
ha competenza non solo sul Paese d’insediamento ma anche su quelli ove il proprio capo missione estende il suo potere di rappresentanza, oltre che su quelli contermini indicati dalla Dcsa. perché considerati d’interesse (c.dette “aree contermini”).
Sulla base della normativa, di diritto sia nazionale sia internazionale, la Dcsa ha da oltre 20 anni provveduto ad attivare una rete di ricerca informativa distribuita in diverse parti del mondo, individuate ponendo particolare attenzione all’indirizzo di quei Paesi cosiddetti “a rischio” in ordine alla produzione ed ai flussi di traffico degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope, che allo stato attuale vede la presenza di 20 esperti, così distribuiti:
Continente americano:
Bogotà (Colombia);
Brasilia (Brasile);
Buenos Aires (Argentina);
Caracas (Venezuela) ;
La Paz (Bolivia) ;
Lima (Perù);
Miami (Stati Uniti);
Città del Messico (Messico);
Continente africano:
Dakar (Senegal);
Rabat (Marocco);
Continente asiatico:
Ankara (Turchia);
Bangkok (Thailandia);
Beirut (Libano);
Istanbul (Turchia);
Kabul (Afghanistan);
Teheran (Iran);
Islamabad (Pakistan);
Tashkent (Uzbekistan);
Continente europeo:
Budapest (Ungheria);
Mosca (Federazione Russa);
Uffici antidroga:
Madrid (Spagna);
Lisbona (Portogallo), nell’ambito del progetto Maoc (Maritime analysis and operation center-narcotics, organismo operativo per la lotta contro il traffico di droga nell�oceano Atlantico).
L’impegno profuso dalle forze di polizia e dalle dogane, è testimoniato dall’importanza dei risultati; nel primo semestre del 2011 il volume complessivo di sostanze stupefacenti sottoposte a sequestro ha segnato un +33,31%, per un totale di 16.856 kg, con un aumento per marijuana (+54,19), cocaina (+31,99), hashish (+29,43), con la sola eccezione dell’eroina (-45,97).
Questo incremento è stato ottenuto con solo il 3,6% in più del numero di operazioni antidroga condotte dalle forze di polizia, indice che l’attività di contrasto è stata rivolta principalmente ai grandi volumi di traffico, ponendo in opera al contempo un’azione per sequestrare i proventi del narcotraffico e contrastare le operazioni di riciclaggio delle organizzazioni criminali, rafforzando la lotta ai narcotrafficanti sul terreno economico-finanziario.
2. DROGHE SINTETICHE
Oltre che a segnare l’indubbio esito positivo dell’impegno delle forze di polizia, tali dati aprono però anche ad altre considerazioni, soprattutto per quel che riguarda l’incremento dei sequestri di droghe sintetiche. Sebbene in valore assoluto i volumi non siano paragonabili a quelli delle droghe tradizionali (nel primo semestre del 2011 sono stati sequestrati 7,41 kg di droghe di sintesi contro ad esempio i 2.432 kg di cocaina), in termini relativi l’aumento, rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente, è stato dell’88,92%. Si può dunque ritenere che anche il mercato italiano, finora poco incline a tale genere di stupefacenti, stia iniziando a modificare i propri stili di consumo, adattandoli ad un’offerta che, avvalendosi di canali distributivi non tradizionali, in primo luogo Internet, è quanto mai diversificata. Le stesse organizzazioni criminali, prima poco interessate a tali sostanze, hanno intuito gli enormi margini di profitto che possono derivare dal traffico delle stesse, tra l’altro più veloce e meno rischioso rispetto alle droghe tradizionali che devono attraversare interi continenti per raggiungere i mercati di consumo.
Il panorama delle droghe sintetiche è quanto mai ampio e non facilmente classificabile, soprattutto per quel vasto settore che è costituito dalle legal highs (letteralmente sballo legale), ossia un numero pressoché infinito di sostanze che possono essere commercializzate liberamente fino a quando le Autorità preposte non ne individuano la nocività o il principio psicoattivo e le inseriscono nelle tabelle delle sostanze stupefacenti rendendole illegali.
Purtroppo è sufficiente apportare una minima modifica alla molecola base per ottenere una nuova sostanza che, non tabellata, non può definirsi illegale.
Il nostro Paese, in questo ambito, è particolarmente attento alla problematica ed ha ridotto considerevolmente i tempi nei quali queste sostanze vengono individuate e rese illegali.
Alle droghe sintetiche tradizionali si affiancano quelle di più recente scoperta, come ad esempio i cannabinoidi sintetici, commercializ