Cristina Di Lucente

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Lo scambio di messaggi sessualmente espliciti tra minori: una nuova forma d’interazione. Ma attenzione ai rischi

È sufficiente un obiettivo fotografico e una buona dose di giovanile spregiudicatezza per essere in linea con l’ultima delle tendenze di provenienza digitale. E quando sono gli adolescenti a interpretare il ruolo dei protagonisti, il tema può diventare rischioso. La pratica del sexting (termine inglese sintesi di sex, sesso e texting, spedire un testo) consiste nell’invio o nella ricezione di messaggi elettronici (sms, mms, e-mail) dallo spiccato contenuto sessuale. La chiusura di un sito individuato lo scorso mese dalla polizia postale di Catania, sul quale erano visibili foto intime di adolescenti, è solo uno dei più recenti episodi giunti alla ribalta delle cronache; le immagini, prodotte dalle stesse minori attraverso le fotocamere dei cellulari, sono state utilizzate da un coetaneo per realizzarne un sito. Ma il fenomeno è già da tempo oggetto di ricerca da parte delle organizzazioni che si occupano della tutela dei più giovani. Eurispes e Telefono azzurro, nella dodicesima “Indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia 2011”, hanno condotto uno studio a campione su 1.496 adolescenti dai 12 ai 18 anni, dedicando una parte dei questionari all’uso dei nuovi media. Il 6,7% dei ragazzi intervistati dichiara di aver inviato sms, mms o video a sfondo sessuale e il 10,2% di averne ricevuti: cifre chiare che non si prestano, però, a interpretazioni univoche. Ci spiega il fenomeno Barbara Forresi, psicologa responsabile del Centro studi di Telefono azzurro, che ritiene significative le percentuali emerse dal sondaggio. Questa statistica conferma quanto Internet rappresenti un luogo di socializzazione per gli adolescenti, un terreno che può diventare rischioso come nel caso in cui foto o video finiscono nelle mani sbagliate o vengono utilizzati successivamente con fina

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01/02/2012