Clementina Moschella*

La prevenzione che aiuta

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La diagnostica precoce è il fattore che ha determinato una sensibile riduzione del cancro alla prostata. Esami clinici e un’alimentazione corretta contribuiscono ad allontanare la malattia

Oggi la medicina preventiva fa parte del nostro vivere quotidiano, infatti i test di screening per la ricerca di alcune patologie, in particolar modo quelle di origine tumorale, sono diventati una consuetudine. In questo campo la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante, test sempre più specifici e sensibili vengono studiati e immessi nella pratica laboratoristica per essere utilizzati a scopi preventivi. Nell’universo dei marcatori tumorali, uno molto utilizzato nella prevenzione del cancro della prostata è l’Antigene specifico prostatico altrimenti detto Psa.
Questo antigene è una glico-proteina (isolata nel 1979), che viene secreta e immessa nella circolazione sanguigna solo ed esclusivamente dal tessuto prostatico, infatti il suo aumento ha dimostrato un’elevatissima sensibilità verso le patologie prostatiche. Il Psa risulta più efficace rispetto ad altri tipi di marcatori che si usavano in passato, come ad esempio la fosfatasi acida prostatica (Pap), la quale oggi non è più utilizzata come screening perché il suo aumento è tardivo, ossia il suo valore sale in caso di cancro già metastatizzato. Ma il Psa pur avendo un’alta sensibilità non possiede una speci

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01/12/2011