Vincenzo Di Lembo*
L’evoluzione della "sicurezza complementare"
Il contrasto della criminalità passa sempre più attraverso la capacità di ottimizzare le informazioni, le professionalità e le specificità di ciascuna forza di polizia
Il ricorso allo strumento pattizio per garantire la sicurezza delle comunità locali, con l’intervento dei diversi livelli di governo del territorio, segna il punto di incontro tra la crescente dimensione delle problematiche che investono la sicurezza e la necessità di coordinare e integrare le azioni dei soggetti istituzionali tenuti a intervenire per rafforzare la percezione di sicurezza dei cittadini.
L’impegno crescente degli Enti locali nella gestione della sicurezza urbana non può essere svincolato, per espressa riserva costituzionale (art. 117, lett. h), da forme di collaborazione strutturale e operativa con le amministrazioni statali.
Il coordinamento delle forze di polizia trae origine dalla necessità di rispondere a una sempre più pressante esigenza di razionalizzazione delle risorse strutturali e operative. Ottimizzare l’impiego e la distribuzione delle risorse, e integrare l’organizzazione e l’attuazione dei servizi delle singole forze di polizia, può garantire una più incisiva ed efficiente azione. La sinergia delle informazioni, delle professionalità, delle specificità di ciascuna forza di polizia, rende più efficace ed efficiente la pianificazione delle politiche di sicurezza, la gestione delle dinamiche sociali che turbano la sicurezza pubblica e il contrasto alle minacce criminali. Il coordinamento, ancor prima che risposta giuridica al pluralismo delle forze di polizia, e oggi, in particolare, alle legittime istanze di partecipazione e di autoresponsabilizzazione degli enti locali, ancora prima che taumaturgico rimedio da invocare per l’insufficienza delle risorse umane e materiali, costituisce un’esigenza indispensabile degli “operatori di strada”. L’efficacia dei servizi e delle attività di polizia dipende, in gran parte, dalla capacità di unire le forze e di muoverle secondo piani strutturati, sia nel contrasto del crimine, sia nella gestione delle criticità che interessano la sicurezza pubblica.