Luca Bertevello*
La nuova Marca
Meno reati e più strumenti operativi registra il termometro di sicurezza della questura di Treviso: gioiello d’architettura e tecnologia avanzata dei nuovi edifici
Una volta bastavano due immagini per descrivere Treviso: un negozio Benetton e il prosindaco Gentilini che tuonava contro gli extracomunitari. Oggi sono immagini sbiadite: i Benetton si vedono poco e lo sceriffo chiede alla giunta di dare spazi di preghiera agli stranieri. Questo per dire che la Marca di oggi è molto diversa da quella di ieri e poggia su equilibri nuovi: la produzione industriale pareggia quelle di Padova e Venezia messe assieme, la popolazione è aumentata e l’importanza strategica assunta dal territorio nel corso degli anni ha finito per riflettersi perfino sulla classe politica. Non a caso, in questo governo la provincia ha espresso un ministro di peso come Maurizio Sacconi e un ex ministro, oggi presidente della Regione Veneto, come Luca Zaia. La premessa era d’obbligo per comprendere l’apertura alla modernità della provincia trevigiana e la sua capacità di affrontare i problemi del presente convivendo con la risacca occupazionale e con le piccole sconfitte quotidiane sui mercati. I fondamentali economici, come in tutto il resto del Paese, negli ultimi 36 mesi sono peggiorati ma restano abbondantemente al di sopra della media italiana ed europea. È rallentata anche la dinamica demografica che voleva il Trevigiano prima calamita dell’immigrazione ma non al punto da generare una vera e propria inversione di tendenza. Oggi gli stranieri residenti hanno comunque superato quota 100mila e qualche problema lo danno soprattutto i nuovi arrivati, incapaci di trovare la stabilità offerta un tempo dal settore industriale e dal terziario. Pur in presenza di un calo complessivo dei reati (meno 13 per cento nel 2011, meno 19 per cento se consideriamo solo il capoluogo) la sfida oggi è lanciata dagli spacciatori di droga e dal mondo della prostituzione, da pericoli reali come l’abuso di alcol e da nuove forme di sballo che contaminano sempre più spesso le giovani generazioni. È in questo contesto che si inserisce il lavoro della polizia trevigiana, sempre pronta a reagire all’onda lunga dei cambiamenti. E una leva importante per raccogliere la sfida è diventata la nuova questura, un gioiello architettonico e tecnologico con 700 postazioni, una centrale
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