Giancarlo De Leo e Simonetta Zanzottera
Memoria, colore e luce
Un viaggio nel Sacrario dell’Istituzione per ricordare, attraverso le opere di Mario Ceroli alla Scuola superiore di polizia, le vite spezzate di tante vittime del dovere
L’arte contemporanea, con il suo linguaggio difficile da catalogare, con la sua prorompente energia, con il suo esprimersi in contesti e momenti eterogenei, con il suo manifestarsi per mezzo dei materiali più disparati, se non addirittura attraverso il gesto o l’azione, è troppo spesso sottovalutata, forse perché la troppo facile fruizione le fa perdere quell’aura di sacralità che, nell’immaginario collettivo, è riservata all’opera d’arte. Autentica, riconosciuta arte è sicuramente quella che si respira all’interno del Sacrario dedicato ai caduti della Polizia di Stato, in cui Mario Ceroli, servendosi magistralmente della materia, del colore e della luce ha realizzato uno spazio suggestivo e rarefatto che invita al raccoglimento e alla meditazione.
Il Sacrario, realizzato nel 2004, è parte integrante della cappella della Scuola superiore di polizia. La cappella è un altro spazio consacrato che nell’occasione era stato completamente ristrutturato dall’artista, autore anche di altre magnifiche opere nella stessa Scuola.
La Cappella, che si raggiunge dopo aver percorso un lungo e luminoso porticato, è introdotta da una grande croce che marca potentemente, con la sua verde trasparenza, l’ingresso dello spazio consacrato e pervaso dalle calde tonalità del legno degli arredi.
Sullo sfondo si staglia la vetrata istoriata con la figura di San Michele Arcangelo, che cita in maniera esplicita il ca