Buon lavoro al neo ministro
Un benvenuto con auguri di buon lavoro da parte di Poliziamoderna al neo ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Per la seconda volta una donna sale lo scalone del Viminale. In realtà al Palazzo la signora Cancellieri è “di casa” visto che proprio nell’amministrazione dell’Interno si è sviluppata la sua lunga carriera di prefetto iniziata nel 1993 e conclusasi nel 2009 quando è andata in pensione. Ma a una donna come Anna Maria Cancellieri difficilmente lo Stato rinuncia in momenti difficili ed eccola nominata commissario prefettizio alla città di Bologna, scossa dallo scandalo Del Bono, e in seguito a Parma dopo la bufera che ha investito la giunta comunale Vignali.
«Prima la legalità, non guarderò in faccia nessuno» il suo programma al tempo dell’insediamento a palazzo D’Accursio a Bologna. Una frase che dice tutto di un alto funzionario dello Stato che di fronte ad ogni “chiamata” è pronta a rispondere “sì”, armata di impegno e determinazione. Sicuramente non si troverà a disagio sulla poltrona che fu di Maroni il ministro Anna Maria Cancellieri, 68 anni, romana, con una laurea in Scienze politiche. Lei che ha iniziato a lavorare a 19 anni presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e che, dopo una carriera direttiva al ministero dell’Interno iniziata nel 1972 a Milano, è stata prefetto nel corso degli anni a Vicenza, Bergamo, Brescia. E sempre come prefetto nel 2003, questa volta a Catania, ha saputo gestire una difficile situazione di ordine pubblico dopo gli scontri tra tifosi e polizia sfociati nell’uccisione dell’ispettore capo Filippo Raciti. Infine, è ritornata al Nord nel 2008 alla guida della prefettura di Genova.
Con queste credenziali il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri fa il suo ingresso nel palazzo del Viminale dove l’attendono un impegno e un lavoro per nulla facili, come sicuramente non sono stati facili quelli profusi nella sua carriera di prefetto. Un’esperienza che le sarà d’aiuto nel nuovo lavoro di un governo chiamato a gestire una situazione di estrema delicatezza in una Unione europea che ha gli occhi puntati sull’Italia.