Luigi Lucchetti*
Il gesto estremo in adolescenza
Predisposizione ma anche esempi negativi possono essere alle radici di questa scelta autodistruttiva in alcuni ragazzi
Il suicidio di un adolescente, più di ogni altro comportamento autolesivo messo in atto da adulti o anziani, appare come un gesto incomprensibile e “impensabile” a coloro che per legami affettivi (familiari, compagni e amici), o per motivi professionali (sanitari, psicologi e operatori di polizia), sono costretti a confrontarsi con la dura realtà di una giovane vita che volontariamente sceglie la morte.
Il suicidio adolescenziale registra in Italia tassi di circa 5 per centomila, collocando il nostro Paese nella parte bassa della graduatoria europea delle nazioni più colpite dal fenomeno, ma il suo andamento negli ultimi quattro decenni ha evidenziato un progressivo aumento nei maschi e un contestuale decremento nelle femmine, le quali invece optano più frequentemente per il tentativo di suicidio come estrema modalità di comunicazione del proprio disagio. Esso è fra le prime cause di morte tra i giovani di età 15-19 anni insieme agli incidenti stradali e agli omicidi e probabilmente rimane un fenomeno sottostimato per circa il 30% per la riluttanza a classificare il decesso di un adolescente come suicidio per ragioni religiose o di stigma sociale, per difetto di procedure di accertamen