Caterina Cossu*
In pace e in amicizia
Collaborazione e vicinanza è il binario del rapporto continuo tra la polizia e Oristano, che per prima inventò il concetto di pena
Nel XIV secolo la prima costituzione, codice penale e civile mai concepito nella Storia, recitava: «Così che i buoni e puri e innocenti possano vivere e stare tra i rei, rassicurati per la paura che essi avranno delle pene». Nella Oristano che fu, il Giudicato d’Arborea, mentre in Europa infuriava la peste e Inghilterra e Francia si logoravano nella Guerra dei Trent’anni, la giudicessa Eleonora inventava il concetto di pena come deterrente dal commettere reati. E Oristano, nel 2011, non è cambiata. Si vive in pace e non è un luogo dove i criminali la facciano da padroni. La dimostrazione è il 103esimo posto su 103 città d’Italia nella classifica del Sole-24 Ore sulle città criminali nel 2010. Da un rapporto presentato lo scorso maggio durante la festa per il 159esimo anniversario della fondazione della Polizia, a Oristano il numero dei reati commessi è davvero irrisorio. Due omicidi, dieci rapine e altrettante denunce per stalking, neanche 40 furti in abitazione e poco più di un centinaio di danneggiamenti. Il 2011 promette numeri molto simili, con solo 20 furti dall’inizio dell’anno e nemmeno una rapina al mese. Per le caratteristiche territoriali rimangono ancora in città e provincia fattispecie tipiche come l’abigeato o i furti legati al mondo agropastorale, ovvero i furti di rame da parte dei nomadi. Il problema della diffusione della droga tra i giovani è legato a piccoli bacini di utenza, soprattutto nei paesi limitrofi. Un importante indice di sicurezza in città è l’assenza praticamente totale di tossici o prostitute nelle strade. I pochissimi che appaiono vengono immediatamente accompagnati in questura, anche mediante segnalazione dei cittadini. «Una cosa molto bella di Oristano apprezzata da noi poliziotti è questo senso di collaborazione e vicinanza, palpabile a ogni incontro con il cittadino – racconta Giuseppe Scrivo, capo della Squadra mobile – dal consiglio su come comportarsi in una determinata situazione alla semplice richiesta di indicazioni sul passaporto, oppure la segnalazione di una presunta violazione, ci si riconosce per strada o al bar e si scambiano due chiacchiere». Un bell’esempio di senso civico a fine estate è stata l’operazione che, con l’aiuto delle denunce e segnalazioni da parte dei cittadini, ha permesso di smascherare la
...