Antonella Fabiani

Imparare la Rete

CONDIVIDI

Luogo di socializzazione per eccellenza può presentare pericoli per i più giovani. Alcuni accorgimenti permettono ai genitori di educare i propri figli ad abitare con maturità le comunità virtuali

Ma il popolare socialnetwork non è solo sotto l’attenzione di utenti e forze di polizia (a Facebook sono inoltre dedicate in questo numero anche le rubriche l’Opinione e Click & Bit) ma anche del mondo accademico, e in particolare dei sociologi. Recentemente un volume, Facebook per genitori (formato e-book ed. Fortykey), del sociologo Giovanni Boccia Artieri, (docente di Sociologia dei new media e Teoria della comunicazione e cultura dei media presso l’Università di Urbino) si rivolge proprio a tutti quei genitori che vogliono accompagnare i propri figli e comprenderli in quella parte della loro vita che si svolge in Rete.
Sono i ragazzi, infatti, la presenza forte dentro Facebook. A confermarlo i dati delle ultime ricerche (9° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione): se il 67, 8% degli italiani conosce almeno un social network, sono i giovani tra i 14 e i 29 anni a farne un grande uso per il 91,8%. E il più popolare è appunto Facebook (noto al 65, 3% della popolazione) insieme a Youtube (53%), seguono Messenger (41%), Skype (37%) e Twitter (21,3%). Ma social network a stravincere nelle simpatie degli utenti sono Youtube (utilizzato dall’86,5% dei giovani) e Facebook (seguito dall’88,1% dei ragazzi). Il rapporto dice pure che mantenersi in contatto con i propri amici, rincontrare i vecchi compagni di scuola, intrattenersi per informazione o intrattenimento, o per attività legate al tempo libero sono i principali motivi che spingono i giovani a registrarsi su Facebook.
Insomma avere il senso della realtà oggi significa comprendere anche che oggi l’essere adolescenti è profondamente integrato con le pratiche di collegarsi online: «Capire che il loro stare in Rete ha a che fare con il bisogno di frequentazioni immediate, istantanee e mediate allo stesso tempo - spiega il sociologo Boccia Artieri».

Condividere la vita degli altri
La principale attività su Facebook, per il 90% dei ragazzi è indubbiamente leggere le bacheche degli amici e i messaggi personali: «Occorre una prospettiva diversa quando si guardano i contenuti prodotti da loro – spiega il sociologo Boccia Artieri – a noi adulti potrebbero sembrare banali frasi tipo “vado a fare la doccia”, “mi preparo per il calcetto” o “metto lo smalto lilla”; invece danno l’idea del bisogno di condivid

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

01/10/2011