Anacleto Flori e Anna Lisa Spitaletta

Un cuore grande così

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Si è svolta a Ferrara la 3^ edizione del Premio San Michele, all’insegna dell’altruismo e della solidarietà che vanno oltre la divisa da poliziotto

Un cuore grande così, ecco ciò che di prezioso possiede chi non smette mai di essere in servizio, chi terminato il turno di lavoro e riposta la divisa nell’armadio dimentica ogni fatica, si rimbocca le maniche e mette tutte le sue straordinarie risorse, umane e professionali, a disposizione dei meno fortunati e dei più deboli. Questo l’insegnamento e l’esempio più bello che ogni giorno centinaia di poliziotti e poliziotte di tutta Italia ci regalano, onorando la divisa che indossano. E proprio per loro, per rendere il giusto riconoscimento a gesti e slanci di solidarietà e di altruismo, altrimenti destinati a rimanere nell’ombra, si è svolta a Ferrara la 3^ edizione del Premio San Michele; un’iniziativa fortemente voluta dal capo della Polizia Antonio Manganelli per sottolineare come gli atti di eroismo e i gesti di attenzione verso il prossimo altro non sono che facce di una stessa medaglia, aspetti diversi di un’unica, indivisibile mission che spinge i poliziotti a essere sempre dalla parte dei cittadini e mai la loro controparte. Un’idea affascinante, che è diventata realtà grazie all’impegno dell’Ufficio relazioni esterne del Dipartimento della ps diretto da Maurizio Masciopinto, che passo dopo passo, pietra dopo pietra ha “costruito” un evento in grado di coinvolgere ogni anno una città diversa. Così come a Trieste e Lecce, anche a Ferrara si è messa in moto un’organizzazione tenace e capillare che nella celebrazione di San Michele Arcangelo ha coinvolto enti e associazioni locali, sponsor privati e Rai e, soprattutto, un gruppo di grandi artisti che si sono fatti interpreti del sentimento di vicinanza di un’intera comunità verso la polizia. E Ferrara ha risposto con un unico grande abbraccio, in cui si sono intrecciati sentimento religioso e tradizione civica. Dalle navate affollate del duomo, in cui l’arcivescovo di Ferrara monsignor Paolo Rabitti ha celebrato la Santa messa, l’attenzione dei cittadini si è spostata a piazza Castello dove, al chiarore delle torce dei personaggi in costume storico della Corte ducale, gli sbandieratori dell’Ente Palio hanno eseguito numeri di alta maestria, fendendo l’aria con decine di drappi colorati sotto gli sguardi ammirati del prefetto Manganelli e del ministro dell’Interno Roberto Maroni. Poi l’applauso scrosciante di tutta la piazza ha segnato uno dei momenti più significativi della celebrazione di San Michele: un evento che aveva richiesto, fin dalla scelta della città ospitante, tanto coraggio. Coraggio che non è certo mancato al capo della Polizia Antonio Manganelli che in mattinata, prima di recarsi in questura per deporre una corona di alloro al monumento dei caduti, aveva incontrato i familiari di Federico Aldrovandi, il ragazzo morto nel 2005 nei pressi dell’ippodromo a seguito di una colluttazione con quattro poliziotti. Con quel gesto Manganelli ha scelto di non chiudersi nel “palazzo”, ma di essere tra la gente per cercare di sanare una ferita che, per una parte della città, era ancora aperta. «È stato un incontro molto toccante che aspettavo da tempo – ha commentato il capo della Polizia subito dopo l’incontro – la morte di un figlio è la cosa più innaturale per un genitore. Ora i fatti sono al vaglio della magistratura ed esprimo la fiducia che tutto possa essere portato alla luce con una sentenza definitiva. Come capo dell’Istituzione mi assumo anche la responsabilità di questa vicenda tristissima che costituisce un insegnamento e un monito per tutti». Parole da cui traspare il sentimento di dolorosa partecipazione, ma anche di grande serenità del capo della Polizia, cui hanno fatto riscontro le dichiarazioni della mamma di Federico, Patrizia: «Anch’io da tempo desideravo parlare con Antonio Manganelli e sono stata molto felice di averne avuto l’occasione. Ho apprezzato la sua assunzione di responsabilità in qualità di capo della Polizia. Per noi è un riconoscimento importante. Resta l’esigenza di arrivare a una chiarezza definitiva. E questa esigenza ci accomuna tutti».

Un premio solidale
«Quando ci si dedica agli altri, la vita, per quanto dolorosa, può essere comunque bella», con queste parole Fabrizio Frizzi ha dato inizio, in tandem con Paola Saluzzi al Teatro comunale, alla serata conclusiva delle celebrazioni per il santo patrono della polizia, alla presenza del ministro dell’Interno Roberto Maroni, del capo della Polizia Antonio Manganelli e delle autorità istituzionali, civili e militari. Parole scelte per introdurre la “solidarietà” come tema dell’edizione 2011 del Premio, enunciata nella filosofia di fondo dal prefetto Manganelli: «Perché l’arcangelo Michele possa dispiegare le proprie ali sulle donne e gli uomini della polizia, per ricordare nel giorno dell’onomastico, anche le attività di volontariato a cui si dedicano, oltre gli abiti da lavoro dell’investigatore». È il tempo dell’aiuto e della totale disponibilità verso gli altri, oltre il turno di servizio stesso, che ha premiato il prefetto Manganelli, con l’assegnazione “ex-aequo” del premio San Michele a due gruppi di poliziotti: Doppiavela sailing team e progetto-ippoterapia. A consegnare i riconoscimenti sono saliti sul palco due stelle dello sport e delle Fiamme oro di eri e di oggi: Livio Berruti, medaglia d’oro olimpica nei 200 metri a Roma nel 1960, e Martina Grimaldi, campionessa mondiale di nuoto nel fondo 10 km in Canada nel 2010. I poliziotti velisti premiati Stefano Rattazzi e Domenico Caruso in servizio, rispettivamente a Savona e Peschiera del Garda (VR), svolgono un’attività di recupero di giovani con difficoltà socio-ambientali e disagi psico-fisici, attraverso il lavoro di squadra che la conduzione di una barca a vela richiede. Ottimizzare il tempo trascorso tra le vele nel mare aperto per imparare a condividere piacere e timori, quando lo spazio ristretto e definito non permette isolamenti e chiusure nei rapporti relazionali. Questa è la finalità del programma di sostegno nata dal desiderio di Caruso e Rattazzi di andare oltre la sola passione per la vela, realizzando un tempo utile e formativo per ragazzi in difficoltà, dal mare alla terraferma.
Sono veri “cavalieri” i tre poliziotti del secondo gruppo premiato, in servizio alla Squadra Trastevere della polizia a cavallo della questura di Roma. Violante Marano, Nanda Cardilli e Manuel Tramontana: ausiliari della riabilitazione equestre che applicano la Terapia con il mezzo del cavallo (Tmc) a ragazzi con problemi neurologici, ortopedici e traumatologici. È dal 2000 che alla caserma di polizia Lamarmora pazienti, cavalli e terapisti superano ogni tipo di handicap condotti da questi speciali cavalieri in divisa. «Ho grande ammirazione e riconoscenza nei confronti di queste storie della polizia perché oltre il dovere d’ufficio viene fuori la disponibilità verso gli altri, percepita come una forza amica che ti difende in ogni momento della giornata». Con queste parole il ministro Maroni ha reso il suo plauso ai premiati.

Luci della ribalta
Tante sono state le star dello spettacolo che hanno acceso le luci della ribalta sul palcoscenico del teatro estense passandosi il testimone della solidarietà, in una staffetta di musica e parole dai ritmi serrati, pensata anche per un pubblico televisivo. L’evento è infatti andato in onda su Rai1 l’8 ottobre alle 17.40, grazie alla disponibilità del suo direttore Mauro Mazza presente in platea. La trasmissione, che ha registrato un alto share di pubblico, è stata l’occasione per far giungere a tutti il messaggio di solidarietà e sicurezza partecipata che le celebrazioni di San Michele vogliono rappresentare. Una condivisione che si è spinta anche oltre frontiera per la partecipazione di big internazionali: dalla cantante israeliana Noa alla voce ”nera” di Mario Biondi, dai beniamini dei più giovani come Anna Tatangelo e Nek alle performance di Raffaele Paganini e Arturo Brachetti. E poi ancora Tosca D’Aquino, con la recitazione di un ricordo di Calcutta negli scritti di Madre Teresa. Un gesto di vera solidarietà comune alla gratuità della partecipazione di tutte le star che hanno aderito all’evento: «Gli artisti che donano un pezzo del loro tempo e della loro professionalità, condividono il nostro progetto di sicurezza partecipe e solidale» ha sottolineato Maurizio Masciopinto. La serata, sponsorizzata da Enel e trasmessa in diretta per i ferraresi anche su un maxi-schermo nella centrale piazza Castello, si è arricchita così di una spontanea musica d’insieme e ad abbellire l’atmosfera ci ha pensato la Banda della Polizia di Stato, diretta dal maestro Maurizio Billi e dal vice direttore Roberto Granata che ha accompagnato anche le note di un grande della musica italiana: Roberto Vecchioni. Il cantautore brianzolo si è dimostrato anche professore di solidarietà, per la sua vicinanza alle persone che soffrono di malattie degenerative, vestendo i panni di testimonial nella recente campagna “Una mela per la vita” dell’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla).
Sono state l’emblematiche note della canzone “Niente, niente” tratta dall’opera teatrale “C’era una volta scugnizzi” cantata da Luna Di Domenico, a chiudere la serata. Ma a suonare al piano il tema del musical c’è stato un autore d’eccezione, Claudio Mattone. Un’amichevole sorpresa per il capo della Polizia, al quale il compositore ha eseguito la canzone live, come un cadeau musicale che racchiudesse nel ritornello lo stesso spirito di coralità della polizia: «Se ci diamo la mano tutti quanti, nessuno ci fa niente». 

01/10/2011