Giancarlo De Leo e Simonetta Zanzottera

Mikha'el

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Un percorso storico artistico sulle tracce dell’Arcangelo Michele

Il 29 settembre 1949 Pio XII proclama San Michele Arcangelo Patrono del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza. In occasione delle celebrazioni in onore di San Michele Arcangelo, che quest’anno si svolgeranno a Ferrara, abbiamo voluto ripercorrere la storia della sua immagine attraverso le rappresentazioni pittoriche e musive più significative.


In ebraico significa “Chi è come Dio?” dove la particella “El” (“Dio”) appare anche nei nomi degli altri due arcangeli citati dalle sacre scritture, Raffaele e Gabriele. Guida e soppesa le anime dei defunti; soprattutto è il principe dell’esercito celeste:
“Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra” (Ap 12, 7-9)

Questi versi dell’Apocalisse di Giovanni, che dipingono la vittoria del Bene sul Male, sono stati fonte di ispirazione per artisti di ogni luogo e di ogni tempo; insieme ad altri passi dell’Antico e del nuovo Testamento hanno dato vita a una ricchissima e preziosa iconografia al punto tale che l’insieme delle immagini a noi pervenute dell’arcangelo Michele possono essere considerate come un piccolo ma esemplare compendio della storia della rappresentazione artistica, dapprima bizantina e poi occidentale. Con questo specifico proposito abbiamo selezionato una serie di opere musive e pittoriche in ordine cronologico.
A oriente e a occidente, San Michele Arcangelo è sempre alato: l’arte bizantina ne sottolinea il ruolo “gerarchico”; Infatti tra il XI e il XIII secolo viene spesso rappresentato da alto dignitario di corte vicino al Cristo e alla Vergine, abbigliato con una sontuosa veste imperiale e una stola gemmata come nei mosaici di San Giovanni e Paolo a Roma e nel duomo di Cefalù, nella Cappella Palatina di Palermo (foto in alto) e nel duomo di Monreale. Nell’arte occidentale viene invece messo in evidenza il suo aspetto guerriero: quasi sempre indossa una corazza ed è armato di spada o lancia per abbattere il demonio. Talvolta, con la mano sinistra, sostiene una bilancia per “pesare” le anime da presentare al Cristo giudice.

San Michele arcangelo - Pittore Bizantino
Fine XIII, inizio XIV secolo, Tempera su tavola con doratura (33,8x24,5 cm.), Pisa - Museo Nazionale di San Matteo
Databile a cavallo tra il XIII e XIV secolo, la tavola mostra tecnica pittorica e fondo dorato caratteristici dell’ arte bizantina. Decisamente bizantina è anche l’immagine ieratica dell’arcangelo che domina l’intera scena mentre trafigge il demonio (rappresentato come una piccola sagoma, nera e alata, assolutamente fuori scala, secondo l’usanza medioevale) Nei piatti della bilancia osserviamo due figure umane che saranno valutate nel giorno del giudizio. Questa sua funzione di psicopompo (pesatore delle anime) è un tratto caratteristico delle rappresent

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01/09/2011