Clementina Moschella*
Smart drugs. Forse non tutti sanno che…
Da risorse terapeutiche a sostanze stupefacenti ad alto “sballo”: vecchi e nuovi composti vegetali invadono il mercato
L’uomo fa uso di sostanze stupefacenti da sempre e nel corso dei millenni ha utilizzato le droghe per scopi magico-religiosi, come risorsa terapeutica, per produrre esperienze estatiche, per la ricerca di effetti afrodisiaci o ancora per far fronte allo stress in situazioni di difficoltà. Ma mentre in passato l’uso di queste sostanze era limitato solo ad alcune persone (basti pensare agli sciamani degli indiani d’America, immortalati da tante pellicole holliwoodiane) che custodivano i segreti magico-terapeutici ed era regolato da precisi rituali, oggi si è purtroppo passati a un impiego voluttuario sempre più indiscriminato e di massa. Fino a qualche anno fa, inoltre, quando si parlava di droghe si pensava all’eroina, alla cocaina o comunque a sostanze contraddistinte da un profilo farmaco-tossicologico ben individuato e tale da permettere al medico del pronto soccorso di fronteggiare una eventuale emergenza. Oggi la situazione è molto diversa.
L’isolamento dei princìpi attivi delle sostanze psicotrope naturali ha consentito di ottenere droghe sempre più potenti anche a dosaggi minimi in grado di instaurare dipendenza molto più rapidamente. È il caso delle “smart drugs” o droghe furbe, cosi chiamate perché sfuggono al controllo da parte delle autorità competenti, non essendo incluse nelle tabelle che regolamentano l’uso delle sostanze psicoattive.
Ma vediamo di capire m