Loredana Lutta
USA - Più crisi meno reati
È l’effetto Obama o la progressiva eliminazione del piombo dalla benzina il motivo per cui gli americani delinquono sempre meno? Il presidente americano rappresenta un modello di affermazione virtuoso per gli afroamericani, i più vulnerabili al rischio criminalità; la messa al bando nel 1985 del metallo pesante, alla cui esposizione da giovani è associata una maggiore aggressività da adulti, ha reso l’ambiente meno “tossico” per le ultime generazioni. Sono due teorie originali tra quelle formulate da economisti e criminologi per spiegare l’andamento della criminalità negli Stati Uniti nell’ultimo biennio: in flessione pressoché ininterrotta dai primi Anni ’90, ha continuato a scendere, indifferente anche alla crisi economica. Secondo lo Uniform Crime Report dell’Fbi, una sintesi statistica del lavoro di circa 13mila agenzie di polizia in tutto il Paese, nel 2010 i reati violenti contro la persona e quelli contro il patrimonio, le due grandi categorie censite a livello nazionale dall’agenzia federale, hanno proseguito la loro discesa, rispettivamente -5,5% e -2,8%, smentendo l’opinione diffusa e la tesi accreditata da alcuni studiosi che alla mancanza di soldi e lavoro corrisponda un’impennata dei reati. Gli indicatori economici, come la disoccupazione o la propensione al consumo, già in passato avevano fallito nell’anticipare picchi o regressioni dell’illegalità, ad esempio nel ’29, quando a deprimersi fu anche l’att
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