di Pietro Frenquellucci*
Nel cuore di Macerata e della sua gente
Tensioni e criminalità sono cresciute anche in quest’angolo felice. Ma la vicinanza e la presenza della polizia tranquillizzano e rassicurano i cittadini
La questura a Macerata si trova nel cuore della città. L’antico edificio che ospita la Polizia di Stato, costituito dall’unione di due palazzi eretti sul finire del XIII secolo, quello dei Priori e quello del Podestà, è parte integrante del centro storico cittadino, della piazza principale – piazza della Libertà – dove si affacciano anche il comune, la raffinata Loggia dei mercanti, la Torre Civica, il teatro Lauro Rossi e l’Università. Insieme al grande palazzo formano un tutt’uno con il tessuto sociale della città anche gli uomini che lo abitano, gli agenti di polizia diretti dal questore che quotidianamente vi svolgono la loro attività al servizio del cittadino. E proprio questa presenza è una delle caratteristiche che qualificano l’azione della polizia nel territorio maceratese. La vicinanza ai cittadini, a coloro che per mille ragioni diverse hanno un rapporto costante con gli agenti dalle divise blu avio. Senza distinzioni, siano essi italiani o stranieri. Li vedono uscire dal grande portone a bordo delle “volanti”, li incontrano per le vie del centro mentre svolgono la loro attività, li avvicinano agli sportelli degli uffici per chiedere un’informazione, sollecitare un intervento, segnalare un fatto accaduto. Una presenza che tranquillizza, che rassicura e consente a tutti di vivere meglio. Già, perché anche nella provincia maceratese negli anni la vita è profondamente cambiata. L’isola felice di cui per tanti anni si è parlato non c’è più o, almeno, ha subìto dei sostanziali cambiamenti. Le tensioni sono cresciute, la criminalità ha cercato ripetutamente di penetrare un tessuto sociale sostanzialmente sano e laborioso. Ne sanno qualcosa proprio gli agenti di polizia che con cadenza ripetuta si trovano a dover fare i conti, ad esempio, con il malaffare che si annida all’Hotel House di Porto Recanati. Spaccio di droga, prostituzione, violenze di ogni genere sono concentrate in questo gigantesco condominio – 17 piani, circa 2mila residenti ufficiali negli oltre 400 appartamenti – realizzato sulla costa negli anni Settanta e destinato a favorire il turismo di massa. Un’operazione fallita e che oggi, abitato com’è da centinaia di extracomunitari molti dei quali vivono di espedienti, crea problemi a non finire a chi deve garantire ordine e legalità. E a volte a farne le spese sono proprio i poliziotti, come è accaduto nel corso di un’operazione antidroga messa a segno dalla squadra mobile quando un agente, nel tentativo di fermare uno spacciatore, è rimasto ferito dalla reazione dell’uomo che tentava di sottrarsi all’arresto.
L’azione di repr