Anna Lisa Spitaletta

Sulle tracce dell’arte persa e ritrovata

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Arredi sacri, dipinti e sculture di grandi artisti come Gemignani e Botero costituiscono il tesoro ritrovato dalle forze dell’ordine in mostra a Castel Sant’Angelo

 Forse solo in una società utopica e ideale, il patrimonio artistico di una nazione non avrebbe bisogno di essere “vigilato”, oltre che tutelato, per la conservazione nel tempo. Il furto delle opere d’arte è purtroppo una realtà della nostra società, sia degli oggetti più facili da raggiungere perché accessibili a tutti, come gli arredi sacri che impreziosiscono le chiese, fino a quelli meglio custoditi nei musei e gallerie di ogni città.
Per questo motivo la criminalità che fa business intorno all’arte rientra a pieno titolo nell’attività di sicurezza svolta dalle forze dell’ordine che si dedicano a quest’ambito con lo stesso occhio investigativo di prevenzione e repressione del crimine comune e organizzato, anche con l’ausilio di alcuni reparti specializzati nella tutela del patrimonio artistico. Per celebrare questi “tesori” trafugati e poi felicemente ritrovati dalle forze dell’ordine, viene allestita annualmente una mostra presso il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma, inaugurata quest’anno lo scorso 19 aprile e visitabile fino al prossimo 11 settembre.
L’esposizione, promossa dal Centro europeo per il turismo, sport e spettacolo è allestita nelle esclusive sale del primo livello del castello e con l’edizione 2011: “Arte forza dell’Unità-Unità forza dell’Arte”, dedica le preziosità recuperate, alla Nazione che da 150 anni è unita e coesa anche attraverso il patrimonio artistico.
La collaborazione del Centro con le forze dell’ordine ha inizio nel 1993, motivata dalla ricerca costante dei beni artistici rubati, che altrimenti rischierebbero di disperdersi nelle trame del mercato c

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01/08/2011