Antonella Fabiani

La casa della sicurezza

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Cento anni dall’idea di realizzare il Palazzo Viminale sede del ministero dell’Interno, sono l’occasione per ricordarne la modernità e l’identità con la Repubblica. Il suo essere ancora più vicino ai bisogni dei cittadini

Ci sono dei giorni che diventano appuntamento per un’intera collettività, simbolo della memoria di un intero Paese, occasione per risentire l’orgoglio di appartenere a una Nazione, a una comunità, di usare parole come Patria senza il timore di sembrare retorici, di ritornare a guardare con nuovi occhi spazi e la bellezza delle istituzioni che appartengono a tutti i cittadini. L’11 luglio per il ministero dell’Interno che ha la sede nel Palazzo Viminale a Roma, è stato un pieno di iniziative sottolineate dalla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano, del ministro Maroni oltre a tante altre personalità che hanno fatto e fanno la vita di questa Amministrazione. Ad essere festeggiati i 100 anni dall’idea di realizzare il complesso del Viminale a cui è stato dedicato un volume “Viminale. Un palazzo nel cuore delle istituzioni” che ne esalta la bellezza degli spazi architettonici e un nuovo logo. Ma non solo. Tra gli altri eventi significativi presentati nella giornata dell’11 luglio il “Rapporto sulla criminalità e la sicurezza in Italia 2010” realizzato dal Dipartimento della pubblica sicurezza, la Fondazione ICSA e la Confindustria, oltre all’inaugurazione della Biblioteca completamente rinnovata.
Un compleanno che cade, tra l’altro, nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità del nostro Paese: «Un collegamento che mette in evidenza la volontà degli uomini politici di allora di dare visibilità all’Unità attraverso questa sede che fino a 50 anni fa ha ospitato insieme la Presidenza del Consiglio e il ministero dell’Interno» – sottolinea il prefetto Giuseppe Amoroso, capo del Dipartimento per le politiche del personale, dell’amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie, che racconta a Poliziamoderna l’emblematicità di una delle strutture fondamentali dell’Amministrazione del nostro Paese.
Un complesso che ha svolto attraverso le prefetture, fin da quando l’Italia era appena nata, un ruolo importante nel compito di unificare le diversità amministrative (norme, lingue e perfino standard ferroviari diversi) e sviluppando sempre più la sua vocazione democratica di garanzia delle libertà dei cittadini. Una struttura oggi complessa che attraverso una rete di articolazioni locali garantisce l’attuazione dei valori che la caratterizzano. Oggi ancora simbolo del cambiamento nella continuità delle garanzie, e dotato di grande capacità di relazionarsi accresciute attraverso l’Ufficio di comunicazione istituzionale.

Il rispetto dei valori e le garanzie della libertà
«Il ministero dell’Interno offre le risposte più immediate ai bisogni primari dei cittadini e la sua vocazione originaria si radica nei valori del rispetto della persona, della tutela delle libertà e della sicurezza, che oggi è un bene pubblico – afferma il prefetto Amoroso – la cui tutela non può che essere frutto di una sapiente gestione complessiva. Il segno della centralità di questo ministero – prosegue il Capo Dipartimento – si coglie appieno anche considerando che spesso si scaricano sulla “sicurezza” crisi e disfunzioni originate altrove”.
“Il capo della Polizia, lo straordinario e grande amico Antonio Manganelli, ha quindi ragione quando afferma che sulle forze di polizia finiscono per gravare problemi che non spetterebbero loro, e che esse, comunque, permettono di risolvere.
L’amministrazione dell’Interno, sottolinea il prefetto Amoroso, ha una vocazione generalista e di governo. Il nucleo delle funzioni fondamentali si incentra sulla garanzia delle libertà e sulla tutela della sicurezza e della pubblica incolumità e della promozione della coesione sociale, territoriale ed istituzionale. Non si tratta solo di paradigmi: ciò si traduce, per esempio, nell’assicurare il tranquillo svolgimento delle elezioni, nel mantenere la continuità di amministrazione ai cittadini attraverso la gestione di commissari prefettizi in caso di scioglimento dei comuni che non possono funzionare; nella gestione delle crisi”
Tale ruolo è svolto non solo dalla struttura centrale del ministero dell’interno , ma anche sul territorio dalle prefetture, dalle questure e dalle specialità della Polizia di Stato, dai comandi dei Vigili del Fuoco. Inoltre – prosegue il prefetto – tale missione non è più limitata alla sola dimensione nazionale. E mi piace ricordare che l’Unione europea ha, fra i suoi obiettivi primari, quello di assicurare ai suoi cittadini maggiori spazi di giustizia, di libertà e di sicurezza”.

Sicurezza partecipata
Gli ultimi anni hanno segnato sul fronte della sicurezza un approccio più complesso ed evoluto. La grande forza innovativa che si è voluto ribadire con il motto “C’è più sicurezza insieme” è la necessità che, nelle competenze di ciascuno, tutti facciamo cittadinanza attiva per avere migliori livelli di sicurezza. Tutte le amministrazioni del territorio e, in prima persona, anche il cittadino sono coinvolti . «Una delle cose che il ministro e il capo della Polizia ricordano spesso – spiega il prefetto Amoroso – è l’importanza del controllo sociale, cioè il fatto che il cittadino abbia consapevolezza che lo spazio gli appartiene e quindi partecipi nel difenderlo. Fermo restando il ruolo insostituibile delle forze di polizia, il valore aggiunto dei “patti per la sicurezza” è anche il maggiore coinvolgimento delle amministrazioni locali e delle polizie municipali per poter dare una risposta integrata a bisogni complessi . E la sicurezza nasce anche dalla risposta ai bisogni di rassicurazione, cioè di percezione di essa».

La forza della tradizione
Altro elemento fondamentale di questa istituzione è la collaborazione tra i dipartimenti che la compongono: «Una straordinaria ricchezza – sottolinea il prefetto Amoroso – perché dà luogo a sinergie che non bisogna andare a cercare all’esterno, ma che fanno capo ad un unico ministro, ad un’unica squadra. La forza del nostro dicastero sta nella sua tradizione che è quella di essere al servizio dello sviluppo della comunità attraverso il Viminale e nello stesso tempo con una rete sul territorio capace di una risposta che ha la forza delle tre componenti: le prefetture, le questure e il sistema delle forze dell’ordine ed i Vigili del Fuoco.
Le nostre sedi sono la casa dei cittadini, la gente lo percepisce e a noi si rivolge».

Autorevolezza morale e culturale
L’11 luglio, nell’ambito dell’evento Cento anni di Viminale, c’è stata un’altra importante iniziativa: l’inaugurazione della Biblioteca centrale, completamente ristrutturata: «Un motivo di fierezza –dichiara il prefetto Giuseppe Amoroso, – poiché coniuga ad alto livello aspetti estetici ed aspetti tecnologici e raccoglie un grande sapere.
La riapertura della Biblioteca ha un significato emblematico per un ministero che proprio per le funzioni generali che svolge deve avere una forte matrice culturale, sulla quale – da sempre – si fondano la competenza e la professionalità dell’amministrazione dell’Interno”.

Al servizio del cittadino
Fiero di appartenere a questa amministrazione il prefetto Amoroso si avvia a concludere il suo percorso con i ricordi e l’entusiasmo di chi ha fatto sua la ricchezza di questa Istituzione: «Me ne vado con l’orgoglio di aver servito un’Amministrazione che non ha pari perché nessun altra offre allo stesso modo le possibilità, le esperienze e la soddisfazione di servire il cittadino. Questa Amministrazione tocca il cuore della vita della comunità nazionale”.
E colgo l’opportunità offertami da Poliziamoderna per esprimere tutto il mio affetto alla Polizia di Stato, della quale – come direttore dell’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle forze di polizia – ho avuto anche l’onore di essere Direttore centrale.

01/08/2011