Roberto Massucci*

La tessera paga

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Con un occhio alla stagione calcistica che verrà, un bilancio dell’introduzione della tessera del tifoso, dagli esiti positivi

Entro la fine della prossima stagione si potrebbe completare il percorso virtuoso intrapreso dal Governo e dal mondo del calcio, con l’introduzione della tessera del tifoso, per restituire gli impianti alle famiglie, escludendo così le frange violente dallo spettacolo del pallone.
È questa la proposta lanciata dal ministro dell’Interno Roberto Maroni allo Standing Committee, il comitato permanente del Consiglio d’Europa per il contrasto della violenza nelle manifestazioni sportive, che si è riunito a Roma il 22 e 23 giugno per la trentaduesima volta.
«Se si continua così, raggiungeremo presto l’obiettivo di togliere gabbie e reti così come avviene in alcuni Paesi europei. Siamo sulla buona strada: c’è stato un calo dell’81% dei feriti tra le forze dell’ordine, del 58% tra i tifosi, nonché una diminuzione del 35% degli agenti destinati alla sicurezza delle partite». Numeri che, secondo il ministro, sottolineano la bontà dell’introduzione della tessera del tifoso. «Abbiamo resistito al tentativo di bloccarne la diffusione – ha aggiunto Maroni – qualcuno ha detto che lede i diritti civili, ma non èuno strumento di polizia, bensì un’iniziativa utile non solo per i tifosi, ma anche per le società, e finalmente questo concetto, dopo le contestazioni e gli striscioni negli stadi nella prima fase, è passato. Il tutto senza incidere nel numero di presenze, visto che si è invece registrato un incremento, seppur minimo (0,9%), con oltre 24mila spettatori di media per ogni partita di Serie A».
Risultano decisamente ottimi i risultati della comparazione di quest’anno con lo scorso campionato. Da considerarsi straordinari se riferiti al campionato precedente l’uccisione dell’ispettore Raciti, quello 2005/2006.
I dati relativi ai cinque anni antecedenti i gravi fatti di Catania, culminati con il ferimento a morte dell’ispettore Filippo Raciti, denunciavano infatti, una grave situazione del fenomeno della violenza negli stadi.
In particolare:
1.114 incontri con feriti (media annuale di 222,8);
3.831 feriti tra le forze di polizia (media annuale di 766,2);
1.557 feriti tra i civili (media annuale di 311,4);
1.726 persone arrestate (media annuale di 345,2);
6.101 persone denunciate all’a.g. (media annuale 1.220,2).
Dal 1979 al 1° febbraio 2007, inoltre, 15 persone sono decedute a seguito di incidenti riconducibili a gare di calcio.
A seguito del lavoro svolto in questi anni risultano, oggi, sostanzialmente azzerate le illegalità in ambito ferroviario e ridotte al “fisiologico” quelle sulla rete autostradale. Non si sono verificati incidenti in tale contesto.

Un anno di “incidenti zero”
La stagione calcistica appena conclusa, almeno in serie A, può essere considerata la prima nella storia realmente senza incidenti.
Infatti, al di là del dato numerico, occorre considerare che:
i 21 poliziotti feriti (in serie A) sono in realtà semplici contusi nel corso di attività di polizia giudiziaria, conseguenti ad illeciti condotte di tifosi (tentativi di ingresso senza biglietto, lancio di fumogeni, ecc.). Le relative prognosi sono tutte inferiori a 10 giorni;
indubbiamente sono stati commessi reati negli stadi: la risposta delle forze di polizia è stata sempre di pg – grazie anche alle norme penali e procedurali (arresto in flagranza differita) – e mai “di reparto”, per ripristinare l’ordine pubblico;
la stessa stampa, fortemente critica all’inizio del campionato e pronta a facili strumentalizzazioni contro la “tessera del tifoso” (cfr. Fulvio Bianchi, “prima firma” sportiva di Repubblica.it) ha preso atto dei positivi risultati conseguiti, dandone pieno riconoscimento.
È tuttavia, opportuno precisare che:
sebbene i campionati si siano conclusi ad “incidenti zero” in serie A e con episodi da ritenere fisiologici nelle altre serie, si rileva che, in occasione dello svolgimento dei recenti play-off/out di serie B e Lega Pro, si sono registrate turbative all’ordine pubblico;
gli episodi di maggior rilievo si sono verificati durante gli incontri di calcio “Verona-Salernitana” e “Alessandria-Salernitana”;
la circostanza va inquadrata nel generale contesto in cui si svolgono i play-off/out, che attribuiscono un altissimo valore sportivo a singole gare che risultano, poi, determinanti ai fini della promozione ovvero della retrocessione.

Le soluzioni per il prossimo campionato
Per la sostanziale assenza di criticità sotto il profilo dell’ordine pubblico, è stata evidenziata l’esigenza di stabilire regole certe e chiare, che consentano di rendere i club protagonisti del percorso di fidelizzazione dei propri tifosi ed evitare disagi e difficoltà agli operatori del settore.
Sono dunque state condivise alcune iniziative:
le trasferte potranno essere effettuate solo dai possessori della tessera del tifoso (tale risultato sarà raggiunto non consentendo la vendita dei tagliandi nelle regioni di provenienza o, in caso di squadre della stessa regione, nella provincia che origina la trasferta);
le società sportive, che intendano ospitare anche i tifosi non fidelizzati, in collaborazione con la società ospite, potranno proporlo all’Osservatorio tramite le competenti Autorità provinciali di pubblica sicurezza, a fronte di precisi impegni di natura organizzativa (steward in accompagnamento, campagne stampa con messaggi positivi, vendita controllata dei tagliandi);
per garantire la circolarità delle tessere, (talché la tessera di una squadra potrà essere riconosciuta da tutti i sistemi di biglietteria) tutte le società sportive saranno collegate all’apposito sistema informatico di verifica dei motivi ostativi, utilizzabile dagli operatori di biglietteria;
i settori ospiti dello stadio, che negli ultimi anni sono diventati delle “gabbie”, potranno essere riqualificati e adeguati, in termini di accoglienza e “comfort”, alla nuova categoria di tifosi fidelizzati.
Tali proposte hanno trovato corpo nella sottoscrizione di un protocollo d’Intesa–a firma del ministro dell’Interno e dei vertici degli organismi sportivi – per sancire formalmente l’impegno del mondo dello sport ed in particolare delle Leghe Calcio e dei Club, a lavorare con i propri tifosi, anche sulla scorta dell’esperienza di Club stranieri, soprattutto europei.
Tale atto ha sancito peraltro il “passaggio virtuale” della tessera del tifoso dalle mani del ministro dell’Interno alle Leghe ed alle società sportive, favorendo quell’evoluzione della Tessera – vista finora come “strumento di polizia” –ad “opportunità di partecipazione” alla vita delle società sportive.

I punti di forza della tessera
Una “tessera” come quella introdotta nel nostro Paese facilita la fidelizzazione ai club della tifoseria sana: sono state oltre 850 mila le tessere richieste, di cui circa 757 mila già consegnate, a scapito delle iniziali contestazioni da parte dei gruppi ultras contrari al progetto.
Nel corso dell’ultimo campionato si è registrata una drastica riduzione dell’attività di bagarinaggio (resta, anche se in forme limitate, il fenomeno, rappresentato dai biglietti omaggio immessi sul “mercato nero”).
Aspetto da tenere particolarmente in considerazione è, tuttavia, quello rappresentato dal fatto che tutte le tifoserie si sono recate in trasferta in questo campionato (i supporter napoletani, ad esempio, sono stati quasi 26 mila a fronte dei 16 mila dello scorso campionato (+63%).
E come non considerare che, grazie alla tessera del tifoso, per la prima volta, dopo molti anni, si sono disputate gare ad altissimo rischio, quali: “Catania-Palermo”, “Palermo-Catania”, “Genoa-Milan”, nonché i derby capitolini, con la presenza delle rispettive tifoserie.
Alla sostanziale tenuta del numero degli spettatori che sono leggermente aumentati: 24.126 spettatori, in media ogni giornata della scorsa stagione, a fronte di 24.342 di quest’anno (+0,9%) si sono aggiunte, nell’ultima fase del campionato, le lodevoli iniziative di numerose società sportive – in passato completamente disinteressate ai loro tifosi – che si sono rese disponibili ad assumere maggiori responsabilità per i propri supporter, soprattutto in occasione delle trasferte.

Le criticità della tessera
Ad onor del vero non tutti gli aspetti connessi all’introduzione di questo nuovo strumento di fidelizzazione sono ancora perfettamente operativi.
Permangono carenze organizzative nella vendita dei tagliandi da parte delle società e, soprattutto, disparità di trattamento (in negativo) tra i possessori della tessera ed i non fidelizzati, con riferimento soprattutto al costo del biglietto.
È stato registrato in vari stadi italiani che i fidelizzati, quando hanno potuto, hanno preferito “aggregarsi” agli ultras non tesserati, rideterminando la pericolosità tipica del gruppo organizzato.
L’impiantistica sportiva, infatti, anche in questo settore, ha confermato la totale inadeguatezza ai criteri di comfort ed accoglienza degli standard europei, non riuscendo ad evitare la commistione – in assenza di specifiche limitazioni – tra le opposte tifoserie, connessa all’acquisto di biglietti per settore diversi da quello ospiti da parte dei tifosi non fidelizzati.
Inoltre, alcune società hanno privilegiato l’aspetto economico della tessera del tifoso, mettendo in secondo piano quello dell’appartenenza ai colori sociali (cfr. l’inchiesta di Report, Rai 3 del 15 maggio, sul caso Fiorentina) e, non meno importante, la campagna di comunicazione sulla tessera è risultata poco efficace, in quanto non è stata supportata con messaggi di passione e senso di appartenenza, che solo il mondo dello sport può fornire.

* direttore del Centro nazionale di informazione sulle manifestazioni sportive (Cnims)


Lo Standing Committee
La Convenzione europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive, segnatamente nelle partite di calcio, firmata a Strasburgo il 19 agosto 1985 (GU n. 110 del 13-5-2005) prevede, all’art. 8, l’istituzione di un Comitato permanente (Standing Committee), incaricato di monitorare l’applicazione della predetta Convenzione e verificare che gli Stati sottoscrittori rispettino il Trattato. In occasione dello svolgimento di tornei di rilevanza internazionale – Coppa del Mondo di calcio, Campionato Europeo – istituisce specifici gruppi di lavoro al proprio interno per valutare la sicurezza delle misure adottate e, a fine evento, elaborare le” best practice” che ne sono derivate. Lo Standing Committee è composto da uno o più delegati nazionali, nominati dai governi degli Stati sottoscrittori della Convenzione. Agli incontri, i delegati possono portare con sé uno o più esperti. Il Committee elegge un presidente e due vice presidenti per la durata di due anni, scelti con il sistema del voto a maggioranza. Gli stessi possono essere rieletti per altri due anni. Oltre ai Paesi membri ci sono alcuni “osservatori”: Argentina, Canada, Tunisia, Commissione europea, Santa Sede, Paesi ospitanti la finale del Campionato del mondo di calcio fuori dall’Europa, Fifa e Uefa. Lo Standing Committe si riunisce a Strasburgo, nella sede del Consiglio d’Europa o in uno dei Paesi che ospita un evento di rilevanza internazionale.

 

01/08/2011