a cura di Anna Lisa Spitaletta
Oscad e Unar: osservare per prevenire le discriminazioni
Il capo della Polizia Antonio Manganelli l’aveva promesso un anno fa a Padova, dove proprio in quei luoghi la cronaca aveva registrato l’ultimo di una serie di episodi di intolleranza e aggressione nei confronti di cittadini omosessuali, che si stavano verificando a ripetizione dall’estate. E il 7 aprile 2011, nella sede della Scuola superiore di polizia, è stata siglata, in sua presenza, un’intesa tra l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori della polizia – Oscad e il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del consiglio dei ministri con l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali – Unar. Da tenere sott’occhio è il rischio di subire discriminazioni per motivi di etnia e di razza, di credo religioso e di handicap, ma anche per orientamento sessuale, come non di rado accade. Ecco perché il prefetto Manganelli ha sentito la necessità di organizzare un vero osservatorio per garantire a tutti i cittadini il diritto all’uguaglianza sancito dalle leggi nazionali e soprannazionale, come il disposto normativo della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, che all’articolo 14 vieta la discriminazione. L’Oscad nasce presso la Direzione centrale della polizia criminale, avvalendosi delle migliori professionalità di sicurezza, sia di polizia che dell’Arma dei carabinieri, sotto la guida del prefetto Francesco Cirillo, vice direttore generale della pubblica sicurezza – direttore centrale della polizia criminale, che presiede l’Osservatorio. Ma in che maniera Oscad collaborerà con Unar, diretta da Massimiliano Monnanni, per ottimizzare i r
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