a cura di Anacleto Flori

Legalità a sorsi

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Verona. Per la prima volta quest’anno al Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati che si è svolto dal 7 all’11 aprile, ha partecipato anche il PON Sicurezza con i vini prodotti dalle cooperative sociali che, nei terreni confiscati alla mafia e riqualificati grazie a finanziamenti del PON stesso, hanno dato vita a produzioni vitivinicole in grado di creare ricchezza per il territorio e nuove opportunità di lavoro.
Il Programma, co-finanziato dall’Unione europea e di cui è titolare il ministero dell’Interno, Dipartimento della pubblica sicurezza, ha voluto essere presente alla manifestazione con uno stand e un’isola espositiva per far conoscere ai tanti visitatori la propria azione svolta in materia di recupero dei beni confiscati alle mafie.
Il Salone del vino è stata l’occasione, infatti, per presentare – con degustazioni quotidiane – la produzione e la storia della cantina Centopassi, inaugurata lo scorso mese di ottobre, il cui nome è tratto dall’omonimo film di Marco Tullio Giordana dedicato a Peppino Impastato, simbolo di tutti coloro che hanno dato la vita nella lotta contro la mafia.
Oltre 400 ettari di terreni, confiscati ai clan dei boss mafiosi Brusca e Riina nell’Alto Belice Corleonese ed affidati al Consorzio di Comuni “Sviluppo e Legalità”, sono oggi destinati a coltivazioni biologiche gestite da cooperative sociali sotto il marchio di Libera; tra questi, 42 ettari di vigneti danno vita a una produzione vitivinicola la cui qualità ha ottenuto autorevoli riconoscimenti.
Il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, al fine di consentire il loro reinserimento nel circuito produttivo legale, è uno strumento di straordinaria efficacia – anche per la forza simbolica che esprime – nella lotta alle mafie e per la diffusione della legalità nei territori del Sud. Colpire i patrimoni dei boss, per restituire ai cittadini beni e servizi di alto valore sociale che possono rappresentare occasione di sviluppo e crescita economica, riveste un ruolo strategico nell’attuale programmazione del PON Sicurezza. Fino ad oggi sono stati ammessi a finanziamento progetti che riguardano immobili da destinare, oltre che ad attività agricole e vitivinicole, a centri di turismo sociale, di aggregazione, di accoglienza e di avviamento al lavoro. L’Unione europea ha riconosciuto la dimensione transnazionale del tema del riutilizzo dei beni sottratti alle mafie definendo il caso italiano una best practice da replicare anche a livello europeo.
Mara Ferasin

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01/05/2011