Mauro Valeri

Orgoglio e dignità

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A due mesi dal cataclisma, ritorniamo sul Giappone per raccontare l’intervento dei 12mila poliziotti a favore delle popolazioni colpite

Due mesi fa l’Apocalisse di Tohoku, quasi 30mila tra morti e dispersi, con le scosse che si sono susseguite per tutto il mese di aprile e con una minaccia, quella nucleare, che sta ancora martirizzando la zona. Nessun punto di riferimento ha resistito, è rimasta solo questa enorme valanga d’acqua e detriti che tutto ha spazzato via lasciando paesaggi nuovi per orrore e desolazione. E come se un terremoto 300mila volte più potente di quello de L’Aquila e il conseguente tsunami non fossero abbastanza, sulle spalle della popolazione nipponica è arrivata anche la paura delle radiazioni, il nemico più infido, quello che non ti uccide subito, ma dopo anni. Eppure, in questa tragedia riccamente documentata dai mass media televisivi nessuno è riuscito a riprendere una sola manifestazione scomposta di dolore né alcun plateale gesto di sgomento e soprattutto di rassegnazione da parte della popolazione.
Sessanta giorni non bastano per dimenticare quelle interminabili ore di tragedia, le cui conseguenze e soprattutto il pericolo per la radioattività continuano ancora a preoccupare, e per mettersi dietro le spalle gli indicibili sacrifici sopportati dalle forze di sicurezza per gestire un’emer

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01/05/2011