Anna Lisa Spitaletta

Rapper sempre

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Tremila studenti di 66 scuole d’Italia al Gran Teatro di Roma per il concerto Uniti nei valori organizzato dalla polizia: musica e passioni giovanili in un mix di energie rinnovabili

Che cos’è un rap e perché i giovani lo abbiano adottato come il genere musicale attraverso cui sfogare la rabbia contro le ingiustizie della società, ma anche raccontare i sogni e i valori che si portano dentro. Lo abbiamo chiesto a chi un rap lo ha fatto davvero. L’occasione è stata offerta dal concerto-spettacolo per gli studenti delle scuole secondarie di tutta Italia organizzato dall’Ufficio Relazioni esterne e Cerimoniale del Dipartimento ps, che si è tenuto al Gran Teatro di Roma e trasmesso su Rai1 il 23 aprile. Sul palco si sono alternati molti artisti, dagli idoli dei giovanissimi come Emma, Virginio, gli Zero Assoluto ad autentici mostri sacri della musica italiana come Roberto Vecchioni, insieme ai vincitori del concorso “Uniti nei valori”. Quest’anno, infatti, in abbinamento al concerto si è proposto agli studenti di raccontare con un rap quali siano oggi i loro ideali. E così, al ritmo cadenzato del 4/4, i ragazzi hanno cantato il rispetto, l’amore, la lealtà, l’amicizia e la solidarietà, insieme alle speranze e alle paure dei nostri tempi. Il panorama emerso dai testi delle canzoni è quello di un’Italia di giovani appassionati, che da Nord a Sud credono di poter cambiare il Paese con la loro musica. E in questo il premio l’hanno vinto proprio tutti perché le canzoni emozionano e raccontano dei tanti modi di essere giovani oggi, in un mondo in cerca di valori.

Mi piace
«Parlare dei valori per i docenti delle prime classi degli istituti professionali è una scommessa, impegnati quotidianamente a far rispettare le regole» ha confessato Alessandra Campani, che all’istituto alberghiero “F. Enriques” di Castelfiorentino (FI) insegna storia agli alunni delle due classi del biennio. Gli stessi che, con la canzone Mi piace, si sono aggiudicati la Menzione speciale del concorso di quest’anno. Questo rap prende spunto dal testo fondante dello Stato, la Costituzione, ed è sulla chiave di quelle parole che i ragazzi hanno cantato la storia, perché “rafforza la memoria” ed il lavoro che “rende vivo l’uomo”. Con il concorso musicale si è voluto mostrare la “vicinanza” del poliziotto agli studenti: un punto di riferimento sicuro per affrontare insieme probemi e disagi tipici del mondo giovanile. E quest’aspetto lo hanno colto tutti i ragazzi delle 66 scuole che in 3mila hanno animato il concerto.

Terra mia
Come i valori mostrano toni e sfumature di forme e colori diversi, anche in funzione del territorio di appartenenza, lo hanno testimoniato gli studenti del liceo musicale statale “Colecchi” de L’Aquila. Ai “fantasmi” visionari tipici dell’età adolescenziale, cantati nel loro rap Oltre il muro, hanno aggiunto quelli reali e concreti di una scuola e di una casa ancora “provvisorie”, dopo due anni dal devastante terremoto che colpì nel 2009 i territori abruzzesi. Loro, però, non smettono “di sognare un mondo nuovo”, anche quando si sentono derubati “delle speranze e dei valori” e “idee come rispetto, amore e meritocrazia non le ricorda neanche Franca che è mia zia”, come recita il testo del loro rap. Veronica è una di loro, ha 15 anni ma già da sei suona il piano, ed è iscritta alla I classe del liceo musicale e al conservatorio aquilano. Abita con la sua famiglia a San Fe

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01/05/2011