a cura di Anacleto Flori
La gratitudine e la memoria
Patti (ME). Poiché con il proprio generoso impegno ha mirato a rafforzare lo Stato nella salvaguardia dell’ordine e della sicurezza pubblica operando con coraggio ed efficacia su tutti quei fronti che hanno visto la legalità democratica e la civile convivenza minacciate… Con queste motivazioni il capo della Polizia Antonio Manganelli ha ricevuto lo scorso 25 febbraio, dalle mani del sindaco Giuseppe Venuto, la targa del conferimento della Cittadinanza Onoraria della città di Patti. Il prefetto Antonio Manganelli, nel ringraziare il sindaco e tutta la cittadina ha evidenziato che l’onorificenza conferitagli “ha il significato di sintetizzare nella sua persona la gratitudine che una comunità del nostro Paese esprime per le forze di polizia; per il lavoro che loro fanno, per la capacità di rassicurare queste comunità, per la capacità di migliorare le condizioni di sicurezza di tutti noi”.
La visita di Manganelli in Sicilia è poi proseguita a Messina dove il capo della Polizia ha partecipato alla cerimonia di intitolazione della scalinata cittadina di Largo Avignone in ricordo del sovrintendente Antonino D’Angelo, medaglia di bronzo al valor civile, morto nel 1980 in un conflitto a fuoco con alcuni malviventi che avevano appena messo a segno una rapina in una banca. D’Angelo, che all’epoca lavorava presso l’ufficio volanti della questura, resosi conto del pericolo era prontamente intervenuto a dar man forte alla guardia giurata nonostante fosse libero dal servizio. Alla cerimonia di commemorazione hanno partecipato la moglie e i due figli del sovrintendente ucciso, Giovambattista e Gaetano, e anch’essi poliziotti in servizio all’ufficio volanti della questura di Messina. Nell’occasione proprio Gaetano ha ricevuto dal prefetto Manganelli la promozione per merito straordinario per essere riuscito, dopo una violenta colluttazione durante la quale veniva ferito al volto, a mettere in fuga un malvivente durante una rapina a un istituto bancario. «’L’ esempio di Antonino D’Angelo è importante. Così come lo è quello di suo figlio – ha sottolineato Antonio Manganelli – e in questo ricambio generazionale c’è un unico filo che lega il passato al presente. L’intitolazione di stamani è un momento importante così come lo sono i ricordi: il nostro impegno è quello di dare il giusto valore alla memoria, perché siamo convinti che attraverso essa possiamo trovare la forza per continuare a fare ancora meglio». La lunga