Cristiano Morabito

A volte ritornano

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Appena il Festival di Sanremo si avvicina, in Rete si scatenano i cacciatori di plagi musicali

 “Ma le canzoni son come i fiori nascono da sole…” cantava Vasco Rossi nella sua celebre Una canzone per te. Spesso però non sembra essere come il rocker di Zocca diceva, anzi.
Siamo in pieno clima sanremese e proprio in questo periodo, si scatenano i “cercatori di note” alla caccia delle “somiglianze” tra le varie canzoni. Spesso chi viene accusato di copiare una canzone si giustifica dicendo: «Le note sono sette e le combinazioni tra loro non sono infinite». Questo è sicuramente vero, peccato che pur non essendo infinite, le combinazioni si avvicinino di molto all’infinito. Fu infatti il celebre compositore Sergej Prokofiev che analizzando matematicamente (e matematica e musica sono molto più legate di quanto si possa credere) le possibili combinazioni tra le sette note, ne individuò circa sei miliardi (per l’esattezza 25 alla settima potenza); e tutto questo senza tener conto di variabili quali la durata della nota, l’armonia, il ritmo, eccetera.Praticamente infinite combinazioni.
Individuare un plagio musicale, però, non è così semplice come può sembrare; e la normativa vigente non aiuta in questo senso con termini certi. La legge n. 633 del 1941 afferma che un brano risulta plagiato se suscita in chi lo ascolta “le stesse emozioni dell’originale”. Un dettato che, è evidente, si presta a molteplici interpretazioni e ancore di salvataggio per i “copioni”. Anche l’attuale orientamento giurisprudenziale è incerto se bastino 4 o 8 battute p

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01/02/2011