Loredana Lutta

Truffatori di doni

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GRAN BRETAGNA
In Gran Bretagna la raccolta di vestiti usati a fini benefici deve difendersi da ladri e impostori. A lamentarsene sono le associazioni caritatevoli che si finanziano vendendo indumenti di seconda mano nei charity shop, un’istituzione del mondo della solidarietà anglosassone fin dal 1941 quando, in tempi di ristrettezze belliche, la Croce Rossa aprì a Londra la prima delle quasi settemila rivendite di beneficenza attualmente sparse in tutto il Paese. Oltre a risentire della crisi economica, che suggerisce oculatezza nel dismettere capi del proprio guardaroba, da qualche tempo le donazioni di vestiario usato sono saccheggiate da bande organizzate, probabilmente originarie dall’Europa orientale dove gran parte della refurtiva finirebbe per essere rivenduta. Negli ultimi tre anni, sui mercati internazionali il prezzo del tessile usato è triplicato, da circa 250 a 700 euro a tonnellata, e questo spiega perché sui cassonetti per la raccolta degli indumenti usati, i ladri si prodigano come su una cassaforte di preziosi, sventrandoli con la fiamma ossidrica dopo averli caricati in piena notte a bordo di camion. I meno sofisticati pescano invece il vestiario attraverso l’apertura, altri ancora ci calano un bambino che li svuota da dentro.
Nella raccolta porta a porta, al furto si aggiunge la truffa. I sacchi lasciati davanti alle abitazioni vengono razziati prima del passaggio degli incaricati e i donatori so

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01/02/2011