a cura di padre Franco Stano

San Gerardo Maiella

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«Mamma, perdonami, non pensare a me. Vado a farmi santo». Aveva scritto così su di un biglietto il giovane ventitreenne che si era poi calato dalla finestra del piano superiore per correre all’inseguimento dei missionari che, conclusa la predicazione, stavano lasciando Muro Lucano, il suo paese natio. La mamma non riteneva infatti che egli gracile qual era potesse affrontare l’impegnativa vita missionaria. Non lo credeva la madre e non lo credevano nemmeno quei buoni padri che alla fine se risposero alle sue insistenze fu solo per dargli una possibilità formale che lo avrebbe placato ma che, sapevano, sarebbe stata del tutto inutile. Una sorta di generoso contentino, insomma, nell’attesa che il tempo e la durezza concreta dei giorni dicessero la verità e ad essa convincessero.
Gerardo Maiella era nato il 6 aprile 1726, in quella cittadina lucana, da una famiglia di artigiani. Il padre, Domenico, era sarto; la madre, Benedetta, donna

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01/02/2011