di Maurizio Munda*

Divise da un trattino

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Massa-Carrara: due città, una sola provincia con una grande storia dai moti insurrezionali dall’800 alla Resistenza. Senza dimenticare quel marmo che Michelangelo sceglieva personalmente

Che quello di Massa-Carrara sia un territorio atipico lo si capisce già dal nome. Quel trattino che separa due città capoluogo di provincia, entrambe con pari dignità, dove l’una non vuole essere subalterna all’altra, dove una guerra tutt’altro che sopita, vede da una parte i fautori del trattino, dall’altra quelli che vorrebbero la “e”. 

E, se ancora oggi i meno informati credono che si tratti di una sola città, la realtà è ben diversa:
Massa mantiene il ruolo di capoluogo amministrativo sede degli antichi principi, mentre Carrara è da sempre il centro della attività economica. Due città separate solo da una collina alta un paio di centinaia di metri e da una manciata di chilometri di una strada costruita dalla sorella di Napoleone, però molto distanti tra loro. 
Ma questo territorio è atipico anche per posizione geografica e storia, un lembo di terra baciato dalla buona sorte dove nell’alto mar Tirreno si specchiano le Alpi Apuane, che a meno di dieci chilometri dalla costa si alzano fino a sfiorare i duemila metri e che nelle loro viscere conservano, neppure troppo segretamente, l’oro bianco, la vera ricchezza di questa terra: quel marmo unico, conosciuto, apprezzato, scavato e lavorato fin dall’età romana, che Michelangelo veniva a scegliersi di persona. Poco più in là, nella Lunigiana interna solcata dal Magra, è invece il verde a dominare una scena incorniciata negli Appennini, con Pontremoli e Fivizzano ricche di storia, dove borghi e paesi disseminati un po’ ovunque parlano del loro passato. Una Lunigiana ancora oggi troppo distante, e non solo nello spazio, dai due capoluoghi, ai quali è legata amministrativamente ma non culturalmente.
Pochi chilometri quadrati che, seppure nel corso dei secoli hanno subito molte dominazioni, sono riusciti a mantenere una certa autonomia di Stato-cuscinetto fino alla vigilia dell’Unità d’Italia. 
Vi abitano popolazioni fiere, eredi di quei liguri apuani che i Romani deportarono nel Sannio, caratteri conservati per secoli, che in passato hanno fatto di questa zona una roccaforte anarchica, un passato che ancora oggi affiora con un marcato individualismo. 
Non a caso è qui che nella prima metà dell’800 ci furono molti tentativi insurrezionali con conseguenti stati di assedio voluti dai sovrani estensi. È da qui che nel 1859 partì il grido di dolore verso il Piemonte, è qui che nel 1894 scoppiarono i moti di Lunigiana ed è ancora qui che tra il 1944 e il 1945 la Resistenza ha scritto pagine di sangue. 
Un territorio da sempre difficile, con tante con
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01/02/2011