Anacleto Flori

Ragazzi per il Sud

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Con il progetto Pon Giovani, gli studenti delle scuole del Meridione diventano i protagonisti della cultura della legalità sul territorio

Ragazzi per il Sud

 Il Sud salvato dai ragazzini si potrebbe dire a proposito del progetto “Pon giovani: la legalità e partecipazione”, parafrasando uno dei più poetici libri di Elsa Morante, Il mondo salvato dai ragazzini. In un Paese in cui la voce dei giovani rimane spesso inascoltata c’è chi, come l’Autorità di gestione del Pon sicurezza 2007-2013 Nicola Izzo, ha deciso di puntare proprio su di loro, sui ragazzini del Sud, per riaffermare con forza il valore e la cultura della legalità in regioni quali la Campania, la Calabria, la Puglia e la Sicilia. Si tratta delle cosiddette “aree obiettivo”, vale a dire territori considerati dall’Unione Europea più esposti e vulnerabili all’aggressione sociale, culturale ed economica della criminalità organizzata. Così, accanto al contrasto del racket delle estorsioni e dell’usura e al crescente impegno per la confisca e il riuso di beni mafiosi uno dei punti di forza del progetto “Sicurezza per lo sviluppo - Obiettivo convergenza 2007-2013” (cofinanziato dall’Unione europea) è rappresentato proprio dalla scelta, fatta esattamente un anno fa, di coinvolgere in prima persona, nella presentazione di progetti per la legalità, gli studenti (40 per ogni provincia) di alcune scuole medie superiori delle province di Benevento, Salerno, Foggia, Brindisi, Vibo Valentia, Crotone, Agrigento e Siracusa. Sotto la guida dei docenti, e con il necessario supporto tecnico della Segreteria strategica del Pon sicurezza, i ragazzi si sono messi al lavoro. Sono stati giorni e settimane vissuti intensamente: l’iniziale scetticismo di chi è abituato a vedere Roma e i palazzi delle istituzioni troppo lontani e distanti dalle loro città e dai loro quartieri ha pian piano lasciato il posto alla sorpresa, a una crescente e responsabile partecipazione, ma anche ad accese, appassionate discussioni su quali progetti presentare e quali aree e territori dover riqualificare.

I sette progetti
Dal calderone variopinto delle idee, le proposte da sottoporre al Comitato di valutazione hanno via via preso forma e consistenza. Regolar… mente, Incontriamoci, Isola della legalità, Noi con gli altri, sono solo alcuni dei titoli dati dai ragazzi ai propri progetti. Tra centri di aggregazione sociale con laboratori artistici ed emeroteche (Foggia, Eboli e Benevento), strutture multiculturali e multietniche (Crotone), una vera e propria Agorà dei giovani con area concerti e cineforum (Lentini), e recupero di aree e di immobili degradati (Vibo Valentia e Agrigento), quello che emerge è la stessa voglia, la stessa insopprimibile esigenza di avere uno spazio proprio, un luogo da “vivere” insieme. In cui crescere insieme. Ma in quelle richieste c’è anche il comune desiderio di riscatto sociale, culturale ed economico, la speranza di un futuro diverso che passa attraverso la costruzione di un punto di aggregazione in quartieri molto spesso ridotti a dormitori senza identità: come un ideale faro in grado di attrarre tutti i cittadini che credono nei valori della legalità e della sicurezza. A volte si tratta di ristrutturare edifici già esistenti, di recuperare un pezzo del patrimonio comunale caduto in disuso, in altri casi invece si propone di creare dal nulla una struttura che non c’è mai stata, di colmare un vuoto, di riparare a una mancanza, a un vulnus.

Il giorno più lungo
Quello che i più scettici continuavano ancora a ritenere solo un bel sogno diventa una concreta realtà la mattina del 9 giugno 2010, quando una delegazione di 14 studenti in rappresentanza delle sette province interessate sbarca nella Capitale, per affrontare il momento più importante e delicato per il futuro dei progetti: l’esame, da parte del Comitato di valutazione, dei requisiti necessari per ottenere il finanziamento. È il giorno più lungo, e forse indimenticabile, per i ragazzi: un appuntamento che inizia di buon mattino con le visite al Sacrario dei caduti della Polizia di Stato e alla Camera dei deputati e che raggiunge il clou nel pomeriggio quando, davanti al Comitato di valutazione, sono chiamati a illustrare e a difendere, per la prima volta in una sede istituzionale, la validità delle proprie scelte e delle proprie proposte. È il momento della verità, in cui i ragazzi possono diventare i veri protagonisti del Programma assumendosi la responsabilità del ruolo di promotori del cambiamento sui loro territori, ma anche il momento in cui si può finalmente passare dalle belle parole ai fatti, dai sogni nel cassetto all’inizio dei lavori. Alla fine tutti e sette i progetti ottengono il via libera del comitato e il finanziamento di 100mila euro ciascuno, con i complimenti del prefetto Nicola Izzo: « Abbiamo bisogno di voi e delle vostre proposte», ha dichiarato l’Autorità di gestione a conclusione dell’incontro. «Correggeteci, magari criticateci – ha ripreso Izzo – ma partecipate: in questo modo ci aiutate a migliorare. Di questi progetti continueremo a farne tanti altri, ma per farlo abbiamo bisogno del vostro aiuto».
L’importanza della partecipazione dei ragazzi al Pon Sicurezza è stata ribadita anche dal capo della Polizia Antonio Manganelli che a Catania, nel corso dell’incontro annuale sullo stato di attuazione del programma, ha sottolineato che «i giovani sono i primi costruttori del progetto di legalità. Il Sud ha ancora problemi di sicurezza nonostante i risultati straordinari raggiunti da magistratura e forze di polizia. Da qui la necessità di investire in progetti di diffusione della cultura della legalità, progetti che coinvolgano soprattutto le nuove generazioni».
Il resto è storia dei nostri giorni, con le riunioni nelle prefetture per mettere a punto le gare di appalto (sotto gli occhi attenti dei ragazzi che hanno chiesto di partecipare a tutte le fasi dei lavori) e i contatti con le amministrazioni comunali per l’apertura dei cantieri. Le prime strutture dovrebbero essere consegnate alle scuole già dal prossimo mese di aprile: sarebbe un segnale importante, il modo migliore per dare una risposta a tutti quei ragazzi e alla loro voglia di ribellarsi a un presente fatto di ingiustizia e a un futuro spesso già ipotecato dalla criminalità organizzata. E sarebbe l’occasione giusta per dare finalmente un po’ di spazio alla loro forza creativa e alla quella capacità, che solo i ragazzi hanno, di immaginare un mondo diverso, sicuramente migliore.


Scommessa da vincere
Agorà giovani rappresenta la scommessa dei giovani di Lentini (SR) per la legalità nel Sud. Ne abbiamo parlato con Germana Gaeta, una delle insegnanti dell’Istituto “Moncada” che hanno seguito gli studenti nella realizzazione del progetto.
Come è nata l’idea di presentare un progetto per il Pon ?
Per noi insegnanti è stata un po’ una sorpresa. Al Provveditorato agli Studi ci hanno spiegato che il nostro plesso scolastico era stato inserito tra le zone in cui realizzare un progetto per il Pon Giovani. Abbiamo selezionato 40 studenti a cui affidare il compito di elaborare una proposta che fosse in grado di sottrarre i loro coetanei ai rischi della strada e della devianza. E così abbiamo messo insieme studenti provenienti da classi diverse, che spesso non si conoscevano neppure, cercando di spiegare lo scopo dell’iniziativa e di trasformare questa disomogeneità in un elemento di ricchezza.
Come hanno reagito i ragazzi?
Inizialmente c’era molta diffidenza, molti continuavano a dire che era solo tempo perso, altri erano preoccupati perché pensavano che da soli non ce l’avrebbero fatta. Poi anche i più scettici si sono convinti che valeva la pena tentare e allora ci siamo messi al lavoro.
Che metodo di lavoro avete seguito?
C’è stata una vera e propria fase di brainstorming durante la quale abbiamo scritto su un tabellone tutte le idee e le esigenze che man mano venivano fuori. E sono state tantissime, anche perché Lentini, Carlentini e Francofonte sono comuni dormitorio che offrono poche opportunità ai ragazzi che vivono qui. Alla fine tutte le proposte sono state messe ai voti. È stata una bella esperienza di partecipazione, ma è stata la dimostrazione di quanto sia importante creare delle alternative culturali in grado di contrastare il fenomeno dell’abbandono della scuola da parte dei ragazzi, un abbandono che spesso è solo il preludio per chi sceglie di vivere nell’illegalità. È questa la vera sfida per lo sviluppo e la sicurezza dei nostri territori.
Quando sarà pronto l’Agorà ?
La consegna dovrebbe avvenire in aprile. Sarà una prima, importante verifica della voglia di cambiare. L’importante è non tornare indietro e soprattutto mantenere le promesse fatte ai ragazzi. Un’ eventuale delusione sarebbe impossibile da dimenticare.

01/01/2011