Fabio David

L’altra faccia della medaglia

CONDIVIDI

Professionista del settore ma al tempo stesso cittadino. Una ricerca ci spiega la percezione della sicurezza vista attraverso gli occhi di un poliziotto

L’altra faccia della medaglia

Porte blindate a prova di scasso, telecamere a circuito chiuso installate nei garage, negli androni e perfino negli ascensori dei palazzi. La gente si circonda di protezioni, vuole sentirsi sicura. Ma come può essere definita la sicurezza? Perché alcuni fenomeni sono legati più di altri alla percezione di questo bene da parte delle persone? Tentare di rispondere, almeno in parte, a domande come queste, significa contribuire a comprendere un aspetto assai complesso come quello delle paure che spesso caratterizzano la società contemporanea, sfociando talvolta in allarmismi ingiustificati o peggio, nella continua individuazione di un nemico. Partendo dall’idea che la conoscenza ha la capacità di rendere qualsiasi cosa meno “terrificante”, ho condotto una specifica ricerca presso la Facoltà di Sociologia dell’Università La Sapienza di Roma (“Sicurezza e forze dell’ordine. Il punto di vista di un campione di operatori della Polizia di Stato” ndr) la cui novità maggiore è quella di analizzare il punto di vista di un gruppo di poliziotti - in servizio presso la questura di Bologna, il compartimento polfer di Milano e la sottosezione della polizia stradale Roma-Sud - nella doppia veste di professionisti del settore e di cittadini.
La sicurezza è ormai da diverso tempo un tema che in Italia e all’estero, ha catalizzato su di sè l’interesse di studiosi, amministratori locali e nazionali, forze dell’ordine e gente comune. In questi anni, si è assistito a quello che alcuni sociologi definiscono “il paradosso delle società contemporanee” che pur essendo ritenute tra le più sicure che l’uomo abbia mai conosciuto, vedono al loro interno crescere progressivamente la domanda di sicurezza. Parallelamente a questa crescita della domanda, si è assistito a una differenziazione del tipo di servizio richiesto, alimentata soprattutto dalle esigenze delle diverse comunità, fatte proprie dagli amministratori locali. Le città e i quartieri si sono caratterizzati come i luoghi privilegiati dove ripensare la sicurezza nella sua connotazione urbana e locale, distinta dai concetti tradizionali di ordine e sicurezza pubblica.
Le tre dimensioni di Bauman
In questo periodo di cambiamento, uno fra i sociologi più prolifici della contemporaneità, Zyg

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

01/11/2010