Mauro Valeri

Per un mondo più sicuro

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I maggiori esperti della sicurezza e delle forze di polizia alla 79^ Assemblea dell’Interpol a confronto sui fenomeni criminali della nostra epoca

Per un mondo più sicuro

 Doha, Qatar. È qui che si è svolta dall’8 all’11 novembre la 79^ sessione dell’Assemblea generale dell’Interpol sul “collegamento di polizia per un mondo più sicuro”. Esperti sulla sicurezza e rappresentanti delle forze di polizia di tutto il mondo sono intervenuti per discutere e confrontarsi sulle tematiche più scottanti del nostro secolo: il terrorismo, la tratta di esseri umani, i crimini di guerra e quelli contro l’umanità. La splendida cerimonia di apertura è introdotta dal presidente dell’Interpol, Khoo Boon Hui, che sottolinea come la criminalità organizzata del nostro secolo si avvalga delle tecnologie più avanzate per ottenere guadagni illeciti e come ciò renda le sfide che attendono le forze di polizia sempre più difficili. «Le stesse Nazioni Unite – aggiunge Khoo Boon Hui – hanno dichiarato che porre un freno alle operazioni illecite del crimine organizzato costituisce oggi una priorità internazionale».
Ma l’intervento più importante, per il nostro Paese, è quello del capo della Polizia Antonio Manganelli che, accompagnato dal vice capo Francesco Cirillo, ha raggiunto il Qatar per proporre la candidatura di Roma ad ospitare la 81^ Assemblea mondiale dell’Interpol. Il suo intervento è preceduto da un filmato, realizzato dalle relazioni esterne del Dipartimento della pubblica sicurezza. Nella grande sala che ospita il convegno si spengono le luci e si diffondono le note di Con te partirò. La voce di Andrea Bocelli raggiunge e riempie ogni centimetro della sala. Sul maxischermo vengono proiettate immagini mozzafiato di Roma vista dall’alto che testimoniano l’attitudine della città ad ospitare manifestazioni ed essere luogo di eventi di respiro internazionale, come la finale di champions league del 2009 o i funerali di Papa Giovanni Paolo II, ai quali presero parte 1 milione e 400mila fedeli e ben 176 delegazioni estere. Finisce il video, finisce la musica. Parte un lunghissimo applauso. Prende la parola il capo della Polizia. «Io sono qui, cari colleghi, a presentare la candidatura dell’Italia per ospitare l’Assemblea generale del 2012. Lo facciamo con convinzione e lo facciamo con il cuore. La città di Roma ospita da sempre grandi eventi e ci sentiamo perciò in grado di offrire alle delegazioni sicurezza, ricettività alberghiera, ristorazione, bellezze artistiche e paesaggistiche all’altezza delle aspettative. Spero che questa Assemblea vorrà condividere la mia proposta». Ancora un altro applauso. E l’Assemblea approva. C’è soddisfazione nella delegazione italiana. Davvero un importante riconoscimento per tutta l’attività internazionale di polizia svolta dal nostro Paese, e fortemente voluta dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, che ha permesso di stipulare numerosi accordi con i Paesi africani, tesi ad arrestare l’immigrazione clandestina e la tratta di esseri umani, e con i Paesi dell’area balcanica per contrastare i traffici di sostanze stupefacenti e l’attività delittuosa della criminalità organizzata. Ed è lo stesso capo della Polizia, nel suo discorso, a sottolineare quanto l’Italia si sia impegnata in campo internazionale «Nel giugno scorso ci siamo incontrati a New York per dare piena e concreta applicazione ai principi sanciti dalla Convenzione di Palermo, e in breve tempo renderemo operativi due importanti progetti: il Digesto sulla cooperazione di polizia, che prevede specifici modelli di intervento per la lotta al crimine organizzato transnazionale, e il Centro internazionale di alta formazione sulla lotta al crimine, che consentirà di elevare gli standard professionali dei nostri investigatori».
Durante la sessione qatarina i rappresentanti dei Paesi membri sono stati chiamati a eleggere il nuovo segretario generale, giacché il mandato quinquennale dell’ultimo segretario, Ronald Noble, era al termine. L’Assemblea ha rieletto, per la terza volta e pressoché all’unanimità, lo statunitense che tanti progetti e innovazioni ha introdotto nella più grande organizzazione di polizia del mondo. Al segretario generale, che ha da sempre ottimi rapporti con il nostro Paese, vanno sicuramente riconosciuti molti meriti e una particolare sensibilità nel campo della cooperazione di polizia con i Paesi africani. Non ha mancato di sottolinearlo il prefetto Manganelli, evidenziando che quando l’Italia ha sentito il bisogno di intensificare l’azione contro l’immigrazione clandestina e i traffici ad essa collegata, si è rivolta all’Interpol. «Ronald Noble – queste le parole di Manganelli – ha creduto nell’ambizioso progetto di una più forte collaborazione con i Paesi africani, a cominciare dalla Nigeria, un progetto che prevede comune azione investigativa, corsi di formazione, assistenza tecnica con la fornitura gratuita di mezzi di cui un Paese dispone e di cui l’altro Paese ha bisogno. La sensibilità del segretario generale ha consentito di aprire una forma di collaborazione che costituisce un modello da imitare». Un modello che l’Italia ha già esportato con successo in numerosi Stati dell’Africa occidentale e che la rende, ogni giorno di più, un interlocutore essenziale per un mondo più sicuro.


Il governo dell’Interpol
Nata nel 1923, l’Interpol è la più grande organizzazione di polizia del mondo rappresentando al suo interno ben 188 Paesi (l’ultima adesione è stata quella delle Isole Samoa). Scopo dell’organizzazione è quello di migliorare la collaborazione transfrontaliera tra le diverse polizie e di supportarle ed assisterle nell’attività di prevenzione e repressione del crimine sulla scena internazionale. Il governo dell’Interpol è affidato a tre organi centrali: l’Assemblea generale, il comitato esecutivo e il segretariato generale. Il più importante di questi è l’Assemblea generale, composta dai singoli membri nazionali, che determina i metodi di lavoro da seguire, le attività da svolgere e le modalità di utilizzo delle risorse finanziarie. Si riunisce una volta l’anno e al suo interno ogni Paese ha diritto ad esprimere un solo voto. Tutti i voti hanno la stessa importanza. Essa elegge i 13 membri che compongono il Comitato esecutivo, diretto dal presidente dell’Interpol. Il Segretariato generale, con sede a Lione e operativo 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, è invece presieduto dal segretario generale ed è deputato a sovrintendere tutta l’attività quotidiana di cooperazione di polizia e a realizzare concretamente le decisioni prese dall’Assemblea generale e dal comitato esecutivo. Vi sono poi gli Uffici nazionali Interpol, che costituiscono il fondamentale punto di contatto tra l’Interpol e gli Stati membri. Ogni Paese crea e mantiene operativi questi uffici dotandoli di personale che presta servizio presso le polizie nazionali. L’Ufficio italiano, composto da personale interforze, è incardinato all’interno del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip) che dipende dalla Direzione centrale della polizia criminale, al cui vertice è posto il vice capo della Polizia Francesco Cirillo.


Vertice italo-tedesco contro la criminalità organizzata
Continua la cooperazione tra la polizia di Stato e la polizia federale tedesca, iniziata nell’agosto del 2007, per lo scambio di informazioni sulle attività delle organizzazioni malavitose. Il 27 ottobre, il capo della Polizia Antonio Manganelli e il vice capo Francesco Cirillo hanno incontrato Jorg Ziercke, direttore della Bundeskriminalamt (Bka), la polizia investigativa che ha sede a Wiesbaden, in Germania. L’attività della task force congiunta ha già consentito di raggiungere importanti risultati nel contrasto alla ‘ndrangheta, tra cui l’arresto dei responsabili della strage di Duisburg. In tre anni i risultati sono stati straordinari: 200 persone sono state arrestate su mandati europei emessi dall’Italia e dalla Germania. «L’Italia – ha spiegato Manganelli – rappresenta una best practice per le indagini patrimoniali. Gli investigatori italiani hanno fatto ormai un salto di qualità, ponendo la stessa determinazione nelle indagini sia verso i mafiosi che verso i loro patrimoni. Una bella soddisfazione – ha osservato il prefetto – vedere destinata la casa dei boss Casalesi, per esempio, a un ufficio di Polizia. Questo rappresenta un segnale fortissimo per il territorio poiché su quella casa compare oggi la bandiera italiana, cioè lo Stato». Jorg Ziercke ha espresso al capo della Polizia Manganelli particolare apprezzamento per le norme italiane finalizzate all’impoverimento della criminalità organizzata con sequestro e confisca dei loro beni. «La legge italiana – ha concluso il presidente della Bka – è un esempio normativo».
Valentina Pistillo

01/11/2010