Comunicazione e partecipazione
La celebrazione di San Michele Arcangelo è diventata un evento, nel senso corale e tecnico del termine
Quest’anno Lecce. L’anno scorso Trieste. Nel 2011 un’altra delle nostre belle città. La celebrazione di San Michele Arcangelo è diventata – e sempre più sarà – una grande occasione perché intorno al Patrono della Polizia di Stato si stringano, idealmente, gli uomini e le donne che indossano la divisa ornata di cremisi insieme con i cittadini e le Istituzioni per i quali la polizia costruisce ogni giorno la sicurezza pubblica. Per dare forza e spessore al messaggio che lega ogni anno la festa di San Michele Arcangelo all’insieme della nostra società, il capo della Polizia ha deciso che le celebrazioni del Patrono diventino “un evento”. “Evento” nel senso corale e tecnico del termine. Capace cioè di stabilire un rapporto diretto – relazione one to one, dicono gli esperti di comunicazione – con chi partecipa alle celebrazioni, per poi allargarsi a tutti attraverso la multimedialità. Ovvero la tv che, con un ottimo share, trasmette il concerto della Banda della polizia che tanti applausi ha raccolto e la consegna dei Premi San Michele Arcangelo che tante emozioni ha suscitato; e poi i giornali che ne parlano, i siti che aggiornano in tempo reale le manifestazioni che contrassegnano i giorni di festa nella Capitale del barocco pugliese, i blog che rimandano il dialogo tra gli internauti sulle performance dei tanti artisti che hanno dato leggerezza a un’occasione che invero è stata segnata in profondità anche da un altro sentimento: la commozione. Commozione e partecipazione al grave lutto che proprio in quei giorni ha colpito la nostra grande famiglia: il tragico incidente stradale in cui sono morti due poliziotti in servizio a Bari. Alla loro memoria sono stati dedicati i Premi San Michele Arcangelo 2010, vinti da una straordinaria ragazzina, non vedente, che suona a meraviglia il pianoforte grazie al suo miracoloso “orecchio assoluto” e all’attenta guida musicale della sua insegnante; da un gruppo di 27 poliziotti-poeti, autori di un libro dal titolo significativo Parole d’anima indivisa; e da Pippo Baudo, professionista dello spettacolo che da mezzo secolo fa del rispetto degli altri la cifra del suo lavoro. Ecco, l’evento è proprio questo: dare forza emotiva, dare pathos, che significa anche emozione e al limite sofferenza, alle grandi occasioni in cui una città intera – e in prospettiva mediatica milioni di persone – s’incontrano intorno a un tema fondamentale per tutti. Nel caso di San Michele il tema è: la Polizia di Stato costruisce la sicurezza di tutti insieme a tutti, cittadini e istituzioni. E comunicare sicurezza significa costruire sicurezza facendo della polizia e dei cittadini un corpo unico.