Leonardo Gorra

Polizia ad alta velocità

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Cambia il sistema di comunicazione su rotaia in Italia e, di pari passo, cambia anche la Ferroviaria, con nuovi investimenti su mezzi e attrezzature per chi si occupa della sicurezza sui treni e nelle stazioni italiane

La Polfer, domani. È il caso di dirlo: correrà come un treno. Una previsione automatica, visto che il profilo della polizia ferroviaria rispecchia fedelmente lo stato del trasporto su binari: la vecchia locomotiva, che fino a pochi anni fa sembrava il cuore di un mezzo di trasporto in declino, oggi, trasformata in congegno tecnologicamente sofisticato dalla sagoma ultradinamica, appare protagonista di un incredibile rilancio. La tendenza ha cominciato a invertirsi con il successo commerciale dei servizi passeggeri di qualità legati all’Alta Velocità, ma riguarda anche molti settori del trasporto merci. «Di pari passo anche la Polfer ha visto aumentare i propri volumi di intervento e ci si prepara un futuro di attività ancora più intenso», spiega il dirigente superiore Maurizio Gelich, da poco nominato direttore del Servizio.
Oltre a questo rilancio, il mondo del trasporto ferroviario negli ultimi anni ha conosciuto cambiamenti anche di tipo strutturale: le direttive comunitarie hanno ridisegnato l’assetto delle “vecchie” Fs e liberalizzato il settore; sono nate compagnie private di trasporto (per ora merci, prestissimo anche passeggeri); le stazioni si sono trasformate in centri commerciali frequentati da milioni di persone.
«Il nuovo scenario ci impone di rimodellare la nostra organizzazione – dice il direttore del Servizio – anche perché la Polfer deve ora rapportarsi con un nuovo soggetto, l’Agenzia nazionale per la Sicurezza ferroviaria». L’Agenzia ha sede a Firenze e ha ereditato dalle Fs precise attività di ispezione e di certificazione, di indirizzo e di controllo. Così la Polfer è diventata il primo interlocutore dell’Agenzia per tutte le attività che richiedono l’intervento istituzionale della forza di polizia a questo compito dedicata, comprese le indagini in caso di incidente.
La missione istituzionale della Specialità – prevenire e reprimere i reati in ambito ferroviario, garantire la sicurezza del trasporto – resta naturalmente la stessa, ma cambia il modo di assolverla. Ad esempio, accanto ai compiti di scorta sui treni e di sorveglianza nelle stazioni, oggi acquistano crescente importanza l’opera di controllo del trasporto di merci pericolose, la sorveglianza delle infrastrutture ferroviarie, la vigilanza sui vettori.
Nuovi compiti, ma senza rinunciare al modello di sorveglianza di prossimità che è proprio della Polizia di Stato e che punta ad aumentare non solo la sicurezza oggettiva ma anche la percezione che della sicurezza ha il cittadino. È il caso dei servizi di scorta, diurna e notturna, a bordo dei treni: molto importanti data la particolare condizione psicologica in cui si trovano spesso i passeggeri.
Anche in questo nuovo scenario, il comandamento numero 1 è la prevenzione. «Il nostro obiettivo è concentrare le risorse nell’attività di controllo preventivo: sulla rete, sulle aziende, sugli impianti, sui treni», precisa Maurizio Gelich. Fondamentali, per vincere la sfida delle sicurezza globale, due elementi: da un lato, continua professionalizzazione del personale e dotazione di risorse adeguate; dall’altro, sinergia con le aziende ferroviarie, che devono a loro volta adeguarsi al nuovo scenario e investire in sicurezza a 360 gradi.
La Polfer punta sulla massima collaborazione con le società ferroviarie, anche locali, per trovare il giusto equilibrio tra esigenze commerciali (la grande flessibilità e facilità di uso del treno rappresenta una delle chiavi del successo) ed esigenze di prevenzione in un ambito che, per sua natura, è molto esposto. Allo studio ci sono misure, in parte già sperimentate all’estero, come la nominatività dei biglietti, quanto meno sui treni a prenotazione obbligatoria; o come la preselezione dei flussi dei viaggiatori sui marciapiedi delle stazioni; o come l’installazione di transenne anti-intrusione; o come il potenziamento dei sistemi di telesorveglianza.
Strategia in progress dei vertici della Specialità è adattare anche alle ferrovie il modello di sicurezza impiegato in ambito aeroportuale, basato sul coordinamento funzionale da parte della Polfer di tutti i soggetti in campo: a cominciare dalla vigilanza privata che, data la razionalizzazione delle risorse dell’Amministrazione, le società ferroviarie necessariamente dovranno continuare (ovvero riprendere) a fornire al sistema, secondo quel modello di sicurezza integrata sussidiaria che oggi è considerato irrinunciabile. Il confronto con quanto succede all’estero, in Francia per esempio, può essere illuminante: le ferrovie francesi Sncf spendono (o meglio investono) in sicurezza oltre un milione di euro al giorno e contano su una forza di 2.500 ferrovieri addestrati, affiancati da 2.500 guardie giurate e circa 2.000 uomini delle forze dell’ordine nazionali.
Dunque, il senso del servizio, basato sulla presenza visibile della polizia a fianco del cittadino, non cambia rispetto al passato; né cambia lo spirito con cui vengono svolti i compiti di istituto, fatti di contiguità, anche fisica, con quel milione e mezzo di persone che ogni giorno viaggiano sui treni italiani.
Cambiano invece i modelli organizzativi; e cambiano i criteri di selezione e di professionalizzazione del personale. Un segno, anche questo, dell’attenzione con cui i vertici della pubblica sicurezza guardano alla Polfer e un segno dell’impegno con cui intendono promuoverne la modernizzazione e l’efficienza.
In questo nuovo corso rientra anche la recente istituzione di un gruppo di lavoro che sta mettendo a punto un nuovo modello di organizzazione funzionale e logistica, basato sullo schema (già adottato dalla polizia stradale) di una diversa distribuzione dei reparti sul territorio. Ad avvantaggiarsene saranno prima di tutto l’operatività e la tempestività degli interventi: in una parola, la produttività. Ma alle viste c’è un’altra novità: un nuovo tipo di uniforme e di equipaggiamento, più funzionale alle esigenze di operatori che hanno come luogo di lavoro e teatro d’azione o i grandi spazi delle stazioni o un mezzo in movimento, per di più angusto qual è un treno. Quindi più praticità, più efficienza, più sicurezza.

01/07/2010