di Raffaele Lupoli*

Antimafia e fumetti

CONDIVIDI

Una storia dedicata a Emanuela Loi, l’agente della scorta di Borsellino caduta in servizio. Per celebrare i 50 anni delle donne in Polizia

Tenere viva la memoria di chi ha lottato contro le mafie per una società più giusta. E raccontare l’eredità di impegno e di speranza che questi “ordinari eroi” hanno lasciato. Con una particolarità: stavolta il racconto è fatto per immagini disegnate. Così, circa un anno fa, la storia di don Peppe Diana, il parroco di Casal di Principe ucciso da un killer della camorra il 19 marzo 1994, è diventata un romanzo a fumetti per i tipi della casa editrice Round Robin. Don Peppe Diana. Per amore del mio popolo, questo è il titolo della graphic novel che per inciso ha vinto l’edizione 2009 del Premio giornalistico Giancarlo Siani, è la prima uscita di una collana che prosegue quest’anno con i volumi dedicati a Pippo Fava, Giancarlo Siani, Natale De Grazia, e nel 2011 con Lollò Cartisano, Libero Grassi e Jerry Masslo. L’idea di una collana di fumetti “antimafia” è nata nell’ambito delle attività di una piccola associazione, daSud onlus, composta da giovani del Mezziogiorno che “hanno lasciato il Sud ma non intendono abbandonarlo nelle mani della criminalità organizzata” e per questo nella loro sede del quartiere romano del Pigneto costruiscono percorsi artistici, di informazione e di memoria dal basso (www.dasud.it).
Perché proprio il fumetto? Perché ormai ha conquistato indiscutibilmente la dignità di genere letterario. Quello del “romanzo grafico” è uno strumento espressivo che consente di spaziare dalla narrativa pura al giornalismo d’inchiesta passando per il reportage. Nella società dell’immagine e della comunicazione la scelta è ricaduta su un supporto accattivante, adatto a un’ampia fascia d’età e di scolarizzazione e soprattutto vicino ai modelli comunicativi dei giovani. La collana di Round Robin e associazione daSud , che porta il nome di un vento rinnovatore, Libeccio, raccoglie e restituisce alla collettività testimonianze spesso dimenticate, con un supplemento di inchiesta in grado di portare il lettore sui luoghi narrati e spesso in spazi altrimenti inaccessibili, grazie a un rigore giornalistico che si esprime anche nella ricerca iconografica.
Questo progetto si inserisce in un filone, quello della letteratura civile, che nella sua versione fatta di vignette e balloon in Italia ha avuto un piccolo exploit solo negli ultimi anni, mentre in altri Paesi come Stati Uniti e Francia la tradizione è più consolidata. Dal Will Eisner di Un contratto con Dio al Maus di Art Spiegelmann passando per gli Appunti per una storia di guerra del nostro Gipi e Persepolis di Marjane Satrapi, la graphic novel ne ha fatta di strada. E ancora ne dovrà fare verso una “sempre maggiore contaminazione” di generi e di linguaggi.
A proposito di contaminazioni, in queste pagine trovate un omaggio a fumetti a Emanuela Loi, caduta, giovanissima, durante il servizio di scorta insieme ai colleghi Agostino Catalano, Walter Eddie Casino, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli. La scelta di dedicare a lei questo contributo di graphic novel sulle pagine di Poliziamoderna è un modo per onorare la memoria di una operatrice di polizia divenuta un simbolo e un punto di riferimento, assieme a tanti altri, per la lotta contro le mafie. Così con i sogni di una “maestra in divisa” – ricostruiti grazie alla straordinaria testimonianza della sorella Claudia, sublimati nell’estremo sacrificio – abbiamo celebrato, anche a fumetti, i cinquant’anni dall’ingresso delle donne nella polizia.

*giornalista, curatore della collana di fumetti Libeccio




Scarica le tavole del fumetto con la storia di Emanuela Loi in formato PDF

01/05/2010