Mariella Spaziano*
Tranquillità in provincia
Un amore sviscerato per il proprio territorio fa dei cittadini di Isernia le prime sentinelle contro le intrusioni della malavita nella propria terra
Non c’è criminalità organizzata autoctona, né fenomeni delinquenziali tali da creare elevato allarme sociale. È, sicuramente, un territorio appetibile per la malavita di province limitrofe, ma i suoi confini sembrano essere dotati di una barriera invisibile e impenetrabile in grado, dunque, di preservarlo da ciò che stonerebbe in un contesto sostanzialmente sano. Sì, la provincia di Isernia, con i suoi 88mila abitanti, è proprio un’oasi nel deserto, potremmo dire un’isola felice, dove la vita scorre secondo un’antica e sicura tradizione come il mare quando c’è poco vento, un mare però che ha, sempre e comunque, la forza di trascinare sulla riva i residui di attività o atteggiamenti non conformi alle leggi. Così Isernia. Innamorata e gelosa della tranquillità che offre, spinge fuori chiunque tenti di comprometterla. Così l’autodifesa, insita negli isernini, è un’ottima alleata delle forze dell’ordine e, nel piacevole clima della collaborazione, contribuisce fattivamente a reiterare negli anni il primato di provincia più tranquilla d’Italia.
Il palazzo che ospita la Polizia di Stato di Isernia è in via Kennedy, una sorta di anello di congiunzione tra il centro storico e l’area di più recente edificazione. È rimasto, praticamente, inglobato nello sviluppo urbanistico della città fino a raggiungere con essa un grande risultato. Negli Anni ’70, infatti, Isernia diventa un capoluogo di provincia e, contestualmente, il commissariato di polizia può diventare questura con un notevole incremento nell’organico raggiungendo, nel 2010, le 210 unità. Al ver