Gli angeli custodi di Internet

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La Polizia di Stato ha dedicato la quinta edizione del tradizionale Concerto per la Legalità ai rischi che i giovani corrono su Internet. Dal 24 marzo in poi, all’attesissimo appuntamento del Gran teatro di Roma (affollato da migliaia di teenagers di tutta Italia e dai loro beniamini del mondo dello spettacolo) sono seguite tante iniziative mirate al tema vitale della sicurezza informatica: dalle trappole in Rete della pedopornografia alla proliferazione di gruppi che incitano alla violenza (magari anche contro i diversamente abili, ma anche a razzismo, terrorismo, persino alle mafie) alle tentazioni di violare i file coperti da copyright per scaricare musica e film ai tranelli legati ai giochi di ruolo e all’azzardo online. Sono rischi legati al meta-territorio dove navigano i cybernauti soprattutto giovani. Per fortuna, clicchiamo sul Web con attenzione e prudenza. Ma per una maggiore tutela il Dipartimento della pubblica sicurezza ha potenziato la polizia delle comunicazioni, in cui sono impegnati oggi 2mila operatori superpreparati. Che vigilano giorno e notte sul Web per prevenire attacchi di hacker, cracker, cybercriminali e terroristi telematici in grado di minacciare le infrastrutture critiche dell’Italia e del mondo.
Ecco allora che, riflettendo su Internet, si parte da un pericolo che pesa sui giovani e le famiglie per arrivare in un click alla minaccia globale. Ed è di questo, appunto, che si occupa il Primo piano di questo numero di Poliziamoderna. Un altro approfondimento (dopo 8 puntate dedicate a diversi aspetti dell’argomento in pochi mesi) per concorrere a dare un “corpus” almeno di princìpi (per esempio il codice di autoregolamentazione a cui lavora il ministero dell’Interno) ad uno spazio transnazionale, fatto di hardware e di software, che sfugge alle normative statuali.
Ed è anche per approfondire temi così strategici (la Casa Bianca ha appena nominato uno Zar plenipotenziario per la cybersicurezza degli Stati Uniti) che Poliziamoderna vara in questa primavera una più stretta collaborazione con la Scuola superiore di Polizia. Perché è anche in questi giacimenti di scienza della sicurezza prodotta dalle ricerche dei funzionari e dei loro docenti che vanno cercate le risposte alle domande più cogenti che ci pone la realtà, tanto più se “virtuale”. Come primo segno di questa collaborazione troverete, all’interno della rubrica giurisprudenza, il commento ad un’importante sentenza firmato da uno dei funzionari frequentatori della Scuola.

01/04/2010