Balduino Simone

Codice europeo di etica per la polizia

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Modelli comportamentali per gli operatori di polizia

Introduzione
Riportiamo qui di seguito il Codice europeo di etica per la polizia e i più importanti riferimenti normativi che, nel loro insieme, ne costituiscono il Corpus, in estratto dal relativo volume edito a cura del ministero dell’Interno – Dipartimento della pubblica sicurezza – Direzione centrale per gli istituti di istruzione. L’intera pubblicazione, comprensiva dei Commentari al Codice di condotta degli appartenenti alle forze di polizia e dei testi della Convenzione europea per i diritti dell’Uomo e della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, è scaricabile dal
nostro sito www.poliziamoderna.it

 

Presentazione
La tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, in ogni parte del mondo, dipende, in larga parte, dai comportamenti e dagli atteggiamenti che gli operatori di polizia tengono verso i cittadini, sia quando questi reclamino interventi per aver subito dei torti, sia quando siano sottoposti a controlli ovvero destinatari di atti sanzionatori.
I modelli comportamentali degli operatori di polizia devono perciò essere, necessariamente, orientati al rispetto dei vincoli imposti dalle leggi e dai princìpi etici.
Sono queste le ragioni che hanno portato all’adozione di un Codice europeo di etica per la polizia, adottato, sotto forma di Raccomandazione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, il 19 settembre 2001.
La formulazione del testo è stata realizzata avendo presente i contenuti di altri atti di grande rilievo, come:
La Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, adottata nel 1950 e rielaborata nel 1998.
Il Comitato europeo per la prevenzione dalla tortura, istituito nel 1987.
Il Codice di condotta degli appartenenti alle forze di polizia, approvato dall’Assemblea delle Nazioni unite il 17 dicembre 1979.
La Risoluzione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa del 1979, relativo alla Dichiarazione sulla polizia.
La Carta di Rotterdam, adottata il 1° giugno 1996, relativa al mantenimento dell’ordine pubblico nella società multietnica.
I contenuti espressi nel Codice etico trovano riferimenti di particolari solennità negli atti internazionali prima citati, che rappresentano altrettante tappe fondamentali dell’evoluzione dell’uomo verso modelli di civiltà fondati sul rispetto della sua integrità fisica e della sua dignità. L’operatore di polizia deve perciò conoscere e condividere quei principi del Codice etico, anche e soprattutto, quando sono espressi sotto forma di limitazioni al suo fare, perché sono proprio queste che nobilitano la sua funzione e la rendono fattore indispensabile al vivere quotidiano e alla crescita umana, prima che economica e sociale, dei cittadini, cui la stessa si rivolge.
Nel preambolo alla Raccomandazione, con la quale veniva adottato il Codice etico, sono espresse chiaramente le ragioni per le quali gli operatori devono formarsi ad atteggiamenti e comportamenti orientati al rispetto della dignità e dei diritti dei cittadini e ai riflessi che gli stessi hanno per rendere sempre più efficiente la funzione prestata.
“Nella convinzione che la fiducia dei cittadini nella polizia sia strettamente correlata agli atteggiamenti e ai comportamenti della polizia stessa nei confronti dei cittadini, in particolare al rispetto della dignità umana e per i diritti di libertà fondamentali dell’individuo, contenuti in particolare nella Convenzione europea dei diritti dell’Uomo”.
Gli atteggiamenti ed i comportamenti sono, quindi, alla base dell’eticità della funzione e dell’efficienza della stessa. Non esistono ragioni funzionali di servizio che possano giustificare comportamenti o atteggiamenti eticamente scorretti e l’equazione più eticità = più efficienza deve essere condivisa e praticata con certezza incrollabile.
Queste certezze rappresentano le linee guida di lettura del Codice e degli altri atti compendiati nel volumetto. Il pericolo maggiore che va rimosso, perché i principi, così solennemente sanciti, siano rispettati da tutti gli operatori, sta proprio in certi errati convincimenti circa la poca efficacia funzionale insita nell’osservare sempre e comunque i diritti inviolabili del cittadino, anche quando sia sospettato di essersi reso autore di fatti gravissimi. Questi convincimenti, molto spesso, sono frutto di modelli che il cinema e la televisione hanno utilizzato per spettacolarizzare certi approcci basati sull’uso della forza e della coazione fisica, come condizione necessaria ad estirpare il male.
In verità, questi modelli comportamentali, che disprezzano le leggi ed i principi di civiltà che esse tutelano, sono quanto di più offensivo possa immaginarsi per l’operatore che dovesse condividerli e praticarli. La sua funzione, da importantissima e nobilissima, decadrebbe a livello di quegli altri tristissimi eroi che lo stesso mondo dello spettacolo ha più volte rappresentato come vili aguzzini che portano violenza a persone che non possono difendersi.
La violenza fisica sulle persone non può essere giustificata da nessuna ragione o finalità di servizio ed espone chi dovesse farvi ricorso a gravissime responsabilità giuridiche, etiche e funzionali.
Le responsabilità giuridiche, rilevantissime e di natura penale, sono chiaramente espresse da legislazioni nazionali ed internazionali e non lasciano dubbi sulla loro configurazione.
Quelle etiche sono altrettanto rilevanti ed espongono chi dovesse praticare simili comportamenti a giudizi severissimi perché ledono valori che non possono in alcun modo essere offesi.
In ultimo, venir meno al doveroso rispetto per la persona e per la sua dignità, è quanto di più deleterio possa immaginarsi in termini di efficienza della funzione.
L’attività di polizia, come espressamente indicato nel Codice europeo, fa della eticità la prima condizione di efficienza funzionale e solo atteggiamenti e comportamenti ad essa conformi aumentano la fiducia nel suo operato.
L’operatore di polizia deve necessariamente orientare la sua condotta verso atteggiamenti e comportamenti improntati al rispetto di diritti fondamentali, come la sacralità della persona, espressa sia come tutela fisica che morale, e di condividerne le ragioni e la bontà. Le limitazioni imposte non vanno vissute con fastidio, ma come espressioni della nobiltà della funzione.
Tali affermazioni sono chiaramente correlate ai contenuti del Codice di condotta etica degli appartenenti alle forze di polizia, approvato dall’Assemblea generale dell’Onu il 17 dicembre 1979. Da tale atto solenne, si rilevano i seguenti principi.
Gli appartenenti alle forze di polizia:
assolveranno in ogni momento i compiti loro affidati dalla legge, servendo la comunità e proteggendo ogni singolo individuo contro ogni atto illecito, coerentemente con l’alto grado di responsabilità richiesto dalla loro professione;
possono far uso della forza solo in caso di stretta necessità e solo nei limiti richiesti dal compimento del proprio dovere;
garantiranno la totale protezione della salute delle persone in loro custodia;
non infliggeranno, istigheranno o tollereranno atti di tortura, o altri tipi di trattamento o pene crudeli, inumani o degradanti, né potranno invocare attenuanti come ordini superiori o circostanze eccezionali;
non dovranno mai essere coinvolti in atti di corruzione.
Anzi si opporranno rigorosamente alla corruzione.

Deontologia
Alla deontologia dell’operatore di polizia, intesa come materiale espressione della sua dimensione etica, dedica ampio spazio la Dichiarazione sulla polizia adottata dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa nel 1979.
Il punto A della stessa è dedicato ai doveri dell’operatore di polizia di agire sempre con integrità, imparzialità e dignità.
Questi doveri conferiscono autorevolezza alla funzione in quanto soddisfano esigenze sentite da tutti i cittadini. L’integrità è una dote morale che preserva dai pericoli di partecipazione interessata all’esercizio delle funzioni. Perché sia soddisfatto il dovere di imparzialità è necessario che sia espressa e comunicata attraverso la materiale realizzazione degli atti di servizio. Essa soddisfa l’esigenza sentita di eguaglianza di tutti i cittadini, che è un diritto fondamentale, costituzionalmente garantito.
La dignità dei comportamenti è una dote indispensabile per chi espleta funzioni importanti ed è assicurata dalla consapevolezza del ruolo e del doverlo esercitare nel modo più elevato possibile.
Dalla Dichiarazione si rileva che: “È fatto obbligo a tutti i funzionari di polizia di assolvere ai doveri che la legge conferisce loro proteggendo i suoi concittadini e la collettività contro le violenze, le malversazioni e gli altri atti pregiudicabili, definiti dalla legge. Tutti i funzionari di polizia devono agire con integrità, imparzialità e dignità. In particolare devono astenersi da tutti gli atti di corruzione e opporvisi decisamente. L’esecuzione sommaria, la tortura e le altre pene o trattamenti crudeli o degradanti saranno vietati in tutte le circostanze. Tutti i funzionari di polizia hanno il dovere di non eseguire o di ignorare ordini o istruzioni che implicano questi atti. Un funzionario di polizia deve eseguire gli ordini legali formulati regolarmente dal suo superiore gerarchico: si asterrà sempre dall’eseguire tutti gli ordini di cui egli conosce o dovrebbe conoscere l’illegalità. È dovere di ogni funzionario di polizia di opporsi alle violazioni della legge; se queste violazioni hanno come conseguenza l’esistenza di un grave pregiudizio, immediato o irreparabile, egli deve agire senza indugio per prevenirle al meglio delle sue possibilità. Se qualche pregiudizio grave e immediato o irreparabile non è evitabile, egli deve sforzarsi di limitare le conseguenze di queste violazioni o la loro ripetizione avvisando di ciò i suoi superiori. Se questa segnalazione resta senza risultato, egli deve poterne riferire ad una autorità superiore”.

I poteri della polizia e la società multietnica
In uno stato di diritto, i poteri della polizia sono limitati a ciò che è imposto dalle leggi ed a quello che è atteso dai cittadini come espressione della dimensione etica richiesta a chi svolge funzioni importanti e delicate. Queste aspettative sono la materiale espressione dei doveri etici, che si manifestano prevalentemente con atteggiamenti e comportamenti, specialmente in una società multietnica, ove le culture diverse e gli stessi modi di esprimerle hanno riflessi sull’ordine e sulla sicurezza pubblica.
Su questi temi, in maniera significativa, la Carta di Rotterdam contiene nelle Considerazioni iniziali, le seguenti affermazioni: “Una società multietnica pone richieste particolari alle forze di polizia. Di conseguenza, la polizia deve accettare la necessità di adattare la propria professionalità, la qualità del servizio e le proprie responsabilità legali e più generali alle esigenze di una popolazione in costante cambiamento. L’obiettivo è quello di fornire servizi applicabili ed accessibili a tutti i cittadini, senza distinzioni etniche. È in particolare nelle aree metropolitane che le forze di polizia, le amministrazioni locali e le Ong (Organizzazioni non governative) si trovano ad affrontare le sfide poste dalla diversità etnica. La polizia può essere considerata il garante dell’uguaglianza, l’integrazione e la coesione di una società in rapida trasformazione. Specialmente in situazioni in cui è necessario l’uso della forza, la polizia è uno strumento di controllo e di repressione. È pertanto necessario che la polizia sia attiva ed affidabile nello svolgimento del proprio ruolo di tutrice della legislazione antidiscriminazione”.

Conclusioni
Il Codice etico e gli altri atti internazionali, dedicati ai valori ed ai comportamenti della polizia, vanno letti con attenzione e condivisi nelle finalità.
Ogni operatore di polizia, consapevole del ruolo e delle funzioni cui è destinato, deve avere atteggiamenti e comportamenti conformi a quei principi, solennemente affermati. Avrà così la certezza di aver acquisito quella dimensione etica da tutti invocata, che costituisce il patrimonio indispensabile per riscuotere la fiducia dei cittadini, per la cui tutela egli presta servizio.

Codice europeo di etica della polizia
Raccomandazione Rec(2001)10 del Comitato dei ministri agli Stati membri sul tema del Codice europeo di etica per la polizia (Adottato dal Comitato dei ministri il 19 Settembre 2001 al 765° incontro dei vice ministri).
Il Comitato dei ministri, in base all’articolo 15 b dello Statuto del Consiglio d’Europa (...) raccomanda che i governi degli Stati membri siano guidati nella propria legislazione interna, nelle pratiche e nella definizione dei codici di condotta della polizia dai principi contenuti nel testo del Codice europeo di etica per la polizia, allegato alla presente Raccomandazione, perché vengano gradualmente applicati, e (raccomanda) che venga data a questo testo la più ampia diffusione possibile.

Appendice alla Raccomandazione Rec(2001)10
Definizione del campo di applicazione del codice

Il presente codice è applicabile sia alle tradizionali forze di polizia pubbliche, sia ai servizi di polizia, che ad altri corpi autorizzati e/o controllati dall’amministrazione pubblica, con l’obiettivo primario di far rispettare la legge e mantenere l’ordine nella società civile, e agli organismi autorizzati dallo stato ad usare la forza e/o speciali poteri a tali scopi.

I. Scopi della polizia
Gli scopi principali della polizia in una società democratica in cui vige lo stato di diritto sono:
mantenere la quiete pubblica, la legge e l’ordine nella società;
tutelare e rispettare i diritti e le libertà fondamentali dell’individuo, contenuti, in particolare, nella Convenzione europea dei diritti
dell’Uomo;
prevenire e combattere la criminalità;
indagare sul crimine;
fornire assistenza e funzioni di servizio alla cittadinanza.

II. Il fondamento giuridico della polizia nello stato di diritto
La polizia è un organismo pubblico che deve essere istituito per legge.
Le operazioni di polizia devono essere sempre condotte in conformità alle leggi nazionali ed agli standard internazionali riconosciuti dal Paese.
La legislazione che regola la polizia deve essere accessibile al pubblico, sufficientemente chiara e precisa e, se necessario, supportata da regole, anch’esse chiare e accessibili al pubblico.
Il personale di polizia è soggetto alla stessa legislazione applicabile ai comuni cittadini, e le eccezioni possono essere giustificate solo per motivi legati al corretto svolgimento delle funzioni della polizia in una società democratica.

III. La polizia e il sistema della giustizia pen

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01/02/2010