Intervista a Federica Seganti*

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Quando si parla di “Sicurezza partecipata” – ovvero la strategia che integra i contributi di tutti i protagonisti sociali e istituzionali all’unico fine di assicurare il vivere civile dei cittadini – si fa riferimento specialmente al ruolo degli enti locali. Un caso emblematico è rappresentato dalla Regione Friuli Venezia Giulia che dall’anno scorso si è dotata di un apposito Assessorato alla Pianificazione territoriale, alle Autonomie locali e alla Sicurezza. A questa responsabilità è stata chiamata Federica Seganti. A lei Poliziamoderna ha rivolto alcune domande.

La sua è stata una delle prime regioni italiane a portare a casa un pacchetto sicurezza. Con quali risultati rispetto all’indice di gradimento della popolazione?
Lo scorso aprile abbiamo divulgato i dati di una ricerca che ha consentito di fare il punto proprio su questo. Tanto per dare qualche numero, il 71% degli intervistati era a conoscenza del fatto che avevamo destinato al pacchetto sicurezza 12 milioni di euro nel solo 2008 (in tutto, nel biennio 2008-09 abbiamo destinato al settore 31 milioni) e la maggior parte giudicava opportune alcune misure del pacchetto, come il potenziamento dell’illuminazione nelle aree a rischio (99%), l’acquisto e l’installazione di sistemi di videosorveglianza (il 97%), il potenziamento delle dotazioni della polizia municipale (il 95,4%), la trasformazione del vigile urbano in poliziotto addestrato (91%).

La prevenzione può avere un raggio d’intervento enorme. Da cosa siete partiti?
Dal rafforzamento della collaborazione e dell’interazione tra le forze dell’ordine e le esigenze del territorio. Abbiamo avviato, prima di tutto, l’interconnessione delle sale operative della Polizia locale e di Stato nelle 4 province della Regione e abbiamo chiesto ai Comuni «Cosa vi serve?». La risposta sono stati oltre 25 milioni di euro per progetti che riguardavano principalmente l’installazione di telecamere ed il miglioramento dell’illuminazione, ma anche il potenziamento della Polizia municipale.

In che modo la Regione si è confrontata con prefetture e questure?
Abbiamo accolto le proposte che riguardavano l’implementazione delle tecnologie e cercato di essere un punto di riferimento per l’avvio di tutte quelle iniziative che potevano potenziare l’attività delle forze dell’ordine. L’ultimo atto in ordine di tempo sarà la firma che apporrò, assieme ai 4 prefetti del territorio, su altrettante convenzioni per l’impiego del milione di euro che la Regione ha messo a disposizione dei progetti predisposti da questure, carabinieri e guardia di finanza per aumentare l’operatività nelle rispettive aree di intervento.

*Assessore alla Pianificazione territoriale, Autonomie locali, Sicurezza, delegata alle Relazioni internazionali e comunitarie del Friuli Venezia Giulia

01/12/2009