di Paolo Toscano*

Un nuovo futuro

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Ricca di bellezze naturali e storiche, con una vocazione al turismo e alla crescita, Reggio Calabria ha intrapreso la strada di un rinnovato impegno di legalità

La città del sole. Non è da escludere che Tommaso Campanella si sia ispirato alle meravigliose condizioni climatiche della terra d’origine per etichettare e, al tempo stesso, rappresentare la sede del suo ideale filosofico di governo. Su Reggio e la sua provincia, infatti, il sole splende tutto l’anno. Mettiamoci un mare incantevole, reso straordinariamente suggestivo dal mito della Fata Morgana, oltre a scorci di paesaggio mozzafiato e vien fuori uno scenario unico nel suo genere. Non a caso un esteta per antonomasia come Gabriele D’Annunzio, ammirando il lungomare di Reggio, coniò la celebre definizione “Il chilometro più bello d’Italia”. Difficile, infatti, risalendo lo stivale trovare un angolo che concentri le meraviglie che rendono speciale lo spicchio di terra lambito dal mare dello Stretto, con la Sicilia sullo sfondo. Ma non ci sono solo le bellezze naturali e paesaggistiche da queste parti. In città, per esempio, c’è un’architettura da scoprire negli splendidi palazzi che si affacciano sul corso Garibaldi, autentico cuore economico, e sulle altre vie del centro. E che dire del Museo nazionale della Magna Grecia dove sono esposti i Bronzi di Riace, la Testa del filosofo e tutta una serie infinita di reperti archeologici meno conosciuti ma importanti, come i “pinnakes” provenienti dagli scavi di Locri.
La Città dello Stretto ha sicuramente le carte in regola per diventare una capitale del turismo. Solo in tempi recenti, però, ha imboccato la strada giusta. Praticamente da quando l’amministrazione comunale ha puntato con decisione sul progetto di città turistica. Reggio si è incamminata su un percorso di crescita e sviluppo per uscire dalle secche di problemi storici che l’hanno relegata, come la stragrande maggioranza delle realtà meridionali, in fondo alle classifiche nazionali. A cominciare dalla presenza di un’organizzazione parassitaria come la ’Ndrangheta, pronta ad agire all’ombra dell’illegalità per inserirsi nei circuiti che assicurano ingenti guadagni. In questo contesto si inquadra l’azione nevralgica della questura reggina, al cui vertice da sei mesi si trova Carmelo Casabona. A una prima fase dedicata a studiare e capire i problemi, il questore Casabona ha fatto seguire l’azione decisa e risoluta espressa attraverso operazioni con raffiche di arresti per disarticolare le cosche e l’aggressione ai patrimoni mafiosi con sequestri in serie. Ovviamente nessuno si illude di aver risolto tutti i problemi. Tanto si è fatto ma c’è tanto ancora da fare se si vuole centrare l’obiettivo di combattere l’organizzazione criminale attualmente più pericolosa. Il questore è il primo a sostenere che bisogna mantenere sempre alto il livello di guardia. L’imperativo categorico è di non avere mai cali di tensione per non rimettere in discussione quanto di buono è stato realizz

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01/12/2009