Anacleto Flori

Fiamme d’Oriente

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Nella antica disciplina dei maestri giapponesi, i karateka della polizia continuano a farsi onore sui tatami di tutto il mondo

Filosofia di vita e tecnica di difesa personale. Raffinata arte marziale e sport. Potenza esplosiva e scioltezza, rapidità e armonia. Ma anche equilibrio e autocontrollo. Il karate è tutto questo e altro ancora. Una disciplina antica, che risale al 1500, quando gli abitanti di Okinawa (Giappone) aggirando il divieto di possedere armi e bastoni si dedicarono di nascosto allo studio di una forma di autodifesa a mani nude per opporsi ai samurai che avevano invaso l’isola. Lo sbarco in Occidente del karate avvenne nel corso del ’900, anche se nell’ultimo dopoguerra il generale Mac Arthur ne proibì la pratica, in quanto ritenuta l’anima dello spirito militarista nipponico.
A livello sportivo, privato cioè della sua componente marziale, la prima Federazione italiana di karate (Fik), si costituisce a Roma nel 1966 con due distinte specialità: il kata, una rappresentazione estremamente codificata di attacchi e parate, e il kumite, combattimento vero e proprio. Per assistere alla nascita, all’interno della storica sede della Scuola di Nettuno, della prima sezione di karate delle Fiamme oro, bisognerà però attendere ancora una quindicina d’anni (1981). Tuttavia, al giovane gruppo della polizia bastano pochi anni per affermarsi come una delle società più prestigiose ed inanellare una serie sorprendente di successi: ai numerosi titoli tricolori si aggiungono le medaglie e gli allori internazionali conquistati sui tatami di tutto il mondo. Protagonisti assoluti degli Anni ‘90 sono sicuramente Cristian Verrecchia e Cinzia Colaiacomo; ma soprattutto Roberta Sodero, specialista del kata, che con due bronzi mondiali, quattro ori europei, una vittoria ai Giochi del Mediterraneo e cinque titoli nazionali consecutivi (dal 1996 al 2000) è sicuramente la karateka più medagliata e rappresentativa nella storia delle Fiamme oro e della nazionale italiana. Un terzetto di campioni che, una volta cessata l’attività agonistica, hanno deciso di mettere la propria esperienza al servizio della squadra della polizia, che nel frattempo si è “accasata” presso il nuovo Centro polifunzionale di Spinaceto. E così, mentre Cinzia ha assunto il ruolo di direttore tecnico, Cristian e Roberta sono diventati gli allenatori di un gruppo di giovani ma promett

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01/12/2009