Alice Vallerini

Radio days

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Antonio Preziosi, direttore di Radiouno, ci racconta il suo amore per un media che, a 85 anni, continua a rinnovarsi

Molti la considerano il “primo dei new media”: mobile, personale, flessibile. Altri la stanno riscoprendo ora, complici le nuove tecnologie che permettono di sintonizzarsi sulle frequenze grazie al Web, ai cellulari, al satellite. Poi ci sono quelli che l’amano da sempre e che l’ascoltano al mattino, in auto, la notte quando l’insonnia incombe e si ciondola per casa in pigiama avvolti dal chiarore lunare. A 85 anni dalla prima trasmissione, la radio vive una stagione esplosiva. Nell’era dell’informazione h24 e della tecnologia imperante, dove Internet la fa da padrone e il digitale rivoluziona l’uso della tv, il più tradizionale dei mezzi di comunicazione torna alla ribalta in una veste nuova, in linea con le esigenze della vita moderna e le necessità di un pubblico trasversale. Lo sa bene Antonio Preziosi, 41 anni, “orgogliosamente lucano”, dalla scorsa estate al vertice di Radio1 Rai, che a gennaio festeggia i 50 anni della sua trasmissione di punta Tutto il calcio minuto per minuto. Lui, tra i più giovani direttori Rai, aveva scommesso da subito sul mix tra radio e nuove tecnologie. E ha centrato il bersaglio: grazie a un sito costantemente aggiornato, alla forte interazione col pubblico, ai progetti come l’invio di mms sui cellulari e il portale online, l’emittente continua a guidare la top ten degli ascolti. E Preziosi ad avere giornate interminabili: sveglia alle cinque, alle sei già a Saxa Rubra davanti a una pila di giornali, poi riunioni di redazione a catena, occhio vigile ai vari tg. Via dall’ufficio non prima delle nove e mezza di sera. E magari a cena, davanti a un bicchiere di vino, con i colleghi-amici si finisce a parlare di nuovo di lavoro, a sfornare idee, a progettare.

La radio vive una stagione d’oro: non solo resiste all’evoluzione hi-tech dei mezzi di comunicazione, ma rafforza il suo app

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01/12/2009