Attacco al Made in Italy
“Potenza della lirica/dove ogni dramma è un falso”, canta Lucio Dalla nella sua celebre canzone Caruso. Già, il falso: quello che si recita sul palcoscenico è applaudito, perfino acclamato. È un gioco dichiarato e accettato. Tutt’altra faccenda è quando si tratta dell’industria del falso, una multinazionale del crimine che (come documenta l’inchiesta di Poliziamoderna) si estende come un cancro capace di fiaccare e talvolta annientare interi comparti produttivi. Un male che divora dall’interno le risorse del Made in Italy e che si avvale, consapevoli o no, di moltissimi complici.
Il Genio italiano i cui primati sono riconosciuti e invidiati da tutti si ritrova dunque come circondato da famelici branchi di piraña che ne copiano le idee e i prodotti. Per creare un immenso mercato parallelo, in qualche caso grossolano e quasi sfacciato, in altri casi sofisticato e suadente. Insomma un nemico che soltanto in qualche caso mostra il suo volto arrogante, infischiandosene delle sfumature, dei dettagli pur di trarre grandi margini di profitto dall’abbattimento dei prezzi alla produzione e quindi anche al consumo. Centinaia di migliaia di aziende che producono ogni tipo di merce, dalle creazioni di moda ai medicinali, ai giocattoli, ai marchi dell’eccellenza industriale italiana, sono sotto scacco e rischiano d’essere messe in ginocchio da una concorrenza non solo sleale ma anche apertamente criminale.
Ora però il governo italiano ha deciso di attuare una intensa strategia di contrasto. Per proteggere i prodotti originali dalle falsificazioni percorrendo tutta la filiera fino alla vendita al dettaglio. Tanto più che, come è nel caso dei farmaci a basso costo e ad alto rischio, ne va della salute pubblica. Lo stesso vale per il settore degli alimenti: la mancanza di scrupoli dei produttori-banditi non la si ritrova solo nei marchi congegnati per carpire la buonafede degli acquirenti ma, quel che è peggio, negli ingredienti utilizzati, spesso dannosi talvolta micidiali.
Denunce e multe salate pioveranno sull’esercito dei mercati di falsi anche se questa battaglia potrà dirsi definitivamente vinta solo quando si sarà diffusa la consapevolezza che i destinatari finali, i consumatori, noi tutti, debbono saper rifiutare questo malefico incantesimo del falso. Insomma: senza la nostra complicità (che sarà colpita con sempre maggior decisione in sede penale e amministrativa) il cerchio della illegalità sarà reciso con il bisturi della legge.