Sara Cerqua

Hai sentito il terremoto?

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Tutti possiamo diventare sismologi volontari grazie a un nuovo servizio in Rete, che aiuta gli esperti a studiare le conseguenze delle scosse

Il terremoto che ha interessato l’Abruzzo lo scorso 6 aprile, con le ingenti perdite di vite umane e le distruzioni causate, ha diffuso nel Paese preoccupazione e sconcerto. Lo sciame sismico, che da quella fatidica data continua a far tremare l’aquilano, non fa altro che acuire questa sensazione di paura e d’impotenza. E tra la gente continua a riproporsi lo stesso interrogativo: «Tali catastrofi naturali sono in qualche modo prevedibili con un anticipo e un’affidabilità tali da mettere in salvo le popolazioni? Si può predire un sisma, la sua magnitudo e il luogo in cui avverrà, così da mitigarne i disastrosi effetti?». Ebbene, al di là della fortunosa previsione dell’Ufficio sismologico di Pechino del 1975 che si dimostrò esatta, salvando migliaia di vite umane, nonché quella compiuta dagli americani relativa alla faglia di San Andreas, predire un terremoto oggi non è possibile e forse non lo sarà neppure in un futuro prossimo. Le sperimentazioni condotte su scala mondiale per identificare i sentori dei terremoti hanno prodotto finora risultati deludenti e contraddittori. Nessuno dei metodi proposti per la previsione (compreso quello del gas Radon) ha dimostrato d’essere affidabile. L’unica arma di difesa da mettere in atto contro le scosse telluriche è la prevenzion

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01/10/2009