Gianluca Picardi
Caccia al lupo cattivo
La task force della polizia postale contro la pedopornografia on line
Per connettersi alla Rete spesso usa dei nomi di fantasia presi dal mondo dei cartoni animati e quindi più appetibili agli occhi di un bambino. Generalmente maschio, tra i venti e i quarant’anni, spesso appartenente ad una fascia sociale medio-alta, nella maggior parte dei casi incensurato e di indole solitaria. Per navigare su Internet sceglie le ore della notte. Questo è l’identikit del pedofilo on line, i potenziali “orchi” cui la polizia postale e delle comunicazioni, con i suoi specialisti del Web, dà la caccia da poco più di un decennio, ossia da quando con la legge 15 febbraio 1996 n. 66, per la prima volta nel nostro Paese venne disciplinato il fenomeno della violenza sessuale sui minorenni, inserendolo all’interno dell’articolata normativa che regola le fattispecie di reato legate alla violenza sessuale. Fu con la successiva legge del 3 agosto 1998, n. 269, che, in base a quanto sancito dalla Convenzione sui diritti del fanciullo ratificata anche dall’Italia nell’89, furono introdotte delle sostanziali modifiche al codice penale nel capitolo dedicato ai delitti contro la personalità e, specificatamente, all’articolo 600 che si arricchì di ben 5 fattispecie: dalla prostituzione e pornografia minorile alle iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile. La stessa legge conferì al Servizio di polizia postale e delle comunicazioni la competenza esclusiva per effettuare indagini “sottocopertura” e contrastare la pornografia infantile ne
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