Loredana Lutta

Progetto pantere rosa

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Avrebbe dato filo da torcere anche all’ispettore Clouseau la banda internazionale sospettata di aver svaligiato gioiellerie esclusive ai quattro angoli del pianeta. Dietro a circa 100 rapine a mano armata messe a segno negli ultimi anni in una ventina di Paesi per un bottino complessivo superiore a 100 milioni di euro, secondo l’Interpol ci sarebbero infatti ineffabili “pantere rosa”, un gruppo a geometria variabile di circa 200 persone originarie di Croazia, Montenegro e Serbia, i cui colpi si caratterizzerebbero per audacia, freddezza, velocità di esecuzione e pianificazione meticolosa.
Sono stati gli investigatori inglesi a battezzarle come la serie di film con protagonista Peter Sellers quando un indiziato ha tentato di nascondere un diamante blu da mezzo milione di euro in un barattolo di crema di bellezza, proprio come ne “Il ritorno della pantera rosa”. Uno stratagemma che, insieme alla capacità di diversificare l’approccio in relazione all’obiettivo da colpire, dimostra che a questi rapinatori globetrotter non manca neppure una certa inventiva. A Tokyo nel 2004 la Comtesse de Vendôme, collier con 116 brillanti per 125 carati, è sparita nel giro di tre minuti, insieme a una sporta di diamanti, tra i pianti dei dipendenti della gioielleria Graff neutralizzati dal gas lacrimogeno. Più spettacolare la rapina del 2007 a Dubai: il video delle due Audi rubate che in pieno giorno sfondano le vetrine della gioielleria di un lussuoso centro commerciale è tra i classici di Youtube. Da Harry Winston a Parigi, travestiti da donne dalle lunghe trecce bionde, lo s

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01/07/2009