a cura di Anacleto Flori

Protezione globale

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11 settembre 2001, con le Torri Gemelle che crollano una dopo l’altra; le urla e le nuvole di fumo e di polvere che si alzano dai binari della stazione di Madrid; i monitor della metropolitana di Londra che riprendono l’arrivo dei terroristi con i loro zainetti carichi di morte e di terrore, e ancora le immagini di un’intera nazione, l’Estonia, che nel 2007 rimase per due giorni tagliata fuori dal resto mondo per un colpo di mano di un giovanissimo hacker. Con queste scioccanti immagini proiettate sullo schermo, si è aperta la cerimonia di inaugurazione del Cnaipic - Centro anticrimini informatici per la protezione di infrastrutture critiche, finalmente pronto ed operativo proprio per proteggere tutte le reti e i servizi informatici che erogano servizi essenziali per il nostro Paese (acqua, luce, gas, trasporto su strada, rotaia e aereo) da attacchi di pirati informatici o da attentati terroristici. Lo storico taglio del nastro della struttura, che sarà gestita dal Servizio polizia postale e delle comunicazioni ed avrà sede presso il Polo Tuscolano del Dipartimento della ps, a Roma in via Tuscolana, è stato dato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni e dal capo della Polizia Antonio Manganelli. «Il Cnaipic è una struttura che viene da lontano – ha sottolineato il ministro Maroni – dall’allarme mondiale per le possibili conseguenze del cosiddetto “millenniun bug” e dalla necessità che ogni Paese fosse dotato di una cyber security in grado di proteggere ministeri, agenzie ed enti che operano nei settori dei rapporti internazionali, della sicurezza, della giustizia, della difesa, della finanza, delle comunicazioni, dei trasporti, dell’energia, dell’ambiente, della salute. E per quanto riguarda l’Italia questa missione di difesa è stata affidata alla Polizia di Stato che ha saputo mettere in piedi un modello di partenariato pubblico-privato; una best practice di cui essere veramente fieri». Un concetto ripreso anche dal prefetto Manganelli che partendo dall’inquietudine suscitata dal video ha ribadito la necessità per la polizia di contrastare il terrorismo interno ed internazionale che incombe sul mondo occidentale. «Per questo – ha spiegato il capo della Polizia – abbiamo selezionato le migliori intelligence, le migliori professionalità e curato sotto ogni aspetto la formazione del nostro personale. Oggi siamo più che mai pronti per assolvere al nostro compito e lo faremo sempre con onestà e trasparenza per garantire i diritti di libertà di ogni cittadino e di ogni azienda».

Tre date, un solo nome
Milano. 1969 Antonio Annarumma, 1973 Antonio Marino, 1977 Antonio Custrà. Tre date, un solo nome e un solo Reparto celere per tre poliziotti, legati dalla stessa tragica sorte che li ha visti cader

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01/07/2009