Yvonne Girotti

La Storia siete Voi

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La nostalgia e i ricordi affettuosi dei primi abbonati di Poliziamoderna. Un lungo filo rosso che abbraccia generazioni diverse di poliziotti

Conserva Poliziamoderna sin dal primo numero nella sua biblioteca privata. È esperto di storia, soprattutto quella della prima e seconda guerra mondiale, Arduino Silvaggi, classe 1929. Da giovane faceva l’agricoltore nelle campagne di Ceccano, nel Frusinate. Si è congedato da maresciallo di ps e legge Poliziamoderna da sessant’anni. «Dopo essermi arruolato sottoscrissi l’abbonamento alla rivista, perché mi piaceva rievocare gli avvenimenti storici, ma anche documentarmi sulle catastrofi, come quelle dello straripamento del Po nel ’51 e quella del Vajont, più tardi nel ‘63. Ricordo che il giornale dedicò anche le copertine a queste sciagure», spiega il lettore. Per un caso del destino, Arduino Silvaggi ha prestato servizio per molti anni nel vecchio commissariato “Magnanapoli”, al Viminale, che non esiste più, ma che oggi ospita proprio la sede della rivista. Tra i più affezionati al mensile c’è anche chi nel Polesine alluvionato ha lavorato davvero. È il caso di Mario Ferraro, originario di Gangi, nel palermitano, appena ottantenne. «A settembre entrai in polizia e poco dopo partii con i colleghi del Reparto mobile di Firenze: il Po aveva rotto gli argini. Rimanemmo anche per le feste di Natale. Dormivamo in una distilleria umida e malsana, ma salvammo molta gente». Oggi leggere Poliziamoderna per lui è anche una forma di dialogo continuo con l’Amministrazione ed è orgoglioso di essere abbonato da 60 anni. Francesco Montanaro (nella foto) da Foggia è l’abbonato più longevo: ha novant’anni. Per molto tempo ha fatto l’autista presso i Servizi tecnici: infatti la rubrica che gli piace di più è quella della Stradale. «Mi sento ancora giovane e attivo quando leggo la rivista, mi sembra di lavorare ancora in polizia», racconta con voce rotta dall’emozione.
«Sono cresciuto a Trieste a pane e polizia – scherz

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01/07/2009