di Loredana Lutta

Più feroci dei cani

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GRAN BRETAGNA
In Gran Bretagna, dopo il giro di vite della Metropolitan Police sulle armi bianche, tra i membri delle bande giovanili circolano meno coltelli e più cani pericolosi ostentati come status symbol e per fare paura. Il Dangerous dogs act, la legge che ne ha messo fuorilegge alcune razze, è vecchia di diciotto anni e sembra essere caduta nell’oblio: i pitbull americani, tra quelli banditi, vengono apertamente venduti su Internet e gli allevatori incassano anche migliaia di sterline per cucciolate che aggirano la legge perché frutto di incroci tra specie vietate. Per arginare il fenomeno, il ministro dell’Interno Jacqui Smith ha conferito nuovi poteri a polizia e tribunali che potranno disporre restrizioni alla libertà di movimento e di associazione e vietare ai membri delle gang di possedere un cane se usato a scopo di intimidazione. Anche Scotland Yard è corsa ai ripari istituendo lo scorso mese una squadra speciale di sei operatori che saranno affiancati dall’organizzazione per la protezione degli animali più antica al mondo, la Royal society for the prevention of cruelty to animals (Rspca) fondata a Londra nel 1824. Sono proprio i cani, infatti, i primi a scontare la ferocia delle bande: subiscono la rottura delle costole, a calci e ripetutamente, perché si induriscano e diventino più resistenti; le femmine vengono sfruttate per la riproduzione fino allo sfinimento. Ma muoiono anche dilaniati in combattimenti in cui, tenuti al guinzaglio, sono aizzati contro cani di bande rivali e, addirittura, alcune organiz

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01/05/2009